“ Violetta sveglia! E' ora di alzarsi per andare a scuola!” la voce mamma la stava chiamando da basso, avvolta dall'acciottolio delle tazze in cucina ed il profumo buono di caffellatte che saliva fino nella sua cameretta, in cima ad una scala di legno. Aprì gli occhi a fatica, aveva ancora tanto sonno, stranamente quella mattina, fuori, era tutto silenzioso, si sentiva solo il ticchettio delle gocce sul vetro e, lontano, lo sciabordio delle ruote delle auto sull'asfalto bagnato: stava piovendo, lo aveva percepito dai rumori soffusi e Violetta lo vedeva dalla miriade di goccioline stampate sul vetro della finestra, restavano in bilico per un po', quasi fossero stampate, poi scivolavano via perdendosi chissà dove e lasciando una lunga scia!

“ Odio la pioggia!” pensò “è stupida, inutile, rende la giornata grigia e fredda, non possiamo uscire in cortile a giocare, tutto perde di colore, niente bicicletta, niente corse, niente salto alla corda, no, la poggia proprio non la sopporto, oggi me ne resto a letto!” e si tirò le coperte sulla testa per non sentire più la voce della mamma che la sollecitava a scendere a fare colazione.

“ Violetta...” una voce diversa ora la stava chiamando e veniva dalla direzione della finestra, Violetta la ignorò ma si sentì chiamare ancora.

Incuriosita ed un poco infastidita, Violetta spostò appena le coperte scoprendo gli occhi ma non riuscì a vedere ancora nulla, sbuffando si alzò cautamente rabbrividendo nel suo pigiamino rosa, guardò fuori e vide un grosso merlo dal becco giallo che la osservava al di là del vetro.

Ma chi poteva averla chiamata?

“ Buongiorno Violetta, sono Osvaldo il merlo, perché dici che non ti piace la pioggia? Vorrei tu venissi con me, vorrei farti vedere una cosa...”

Violetta non credeva ai propri occhi, si avvicinò incuriosita alla finestra e si rese conto che era proprio il merlo che le stava parlando, aprì le imposte e per magia diventò piccola piccola: ” sali sulla mia groppa, ti porto in luogo speciale!”

Esterrefatta Violetta si stropicciò gli occhi, guardò meglio e tutto era come l'aveva visto prima: il merlo che la invitava a salire e la pioggia tutto intorno, era troppo incuriosita, non le restò che ubbidire, salì in groppa ad Osvaldo tenendosi forte alle sue piume nere ed il merlo immediatamente spiccò il volo:“ Tieniti forte, Violetta, si vola!”.

Violetta urlò quando la sensazione fu di essere risucchiata verso il basso e poi esplosa verso l'alto, con il cuore che batteva all'impazzata e lo stomaco in subbuglio cominciò a ridere felice, era una sensazione incredibile quella del volo, andava oltre ogni immaginazione: il vento sul viso ed il mondo guardato dall'alto, la vista che spaziava ovunque lì intorno e la pioggia che la bagnava senza farla rabbrividire. Il merlo la portò fino ad un boschetto vicino e gentilmente la fece scendere: “ Guardati intorno Violetta, ma non usare solo gli occhi, guarda con il cuore...” e così fece, le apparve allora un mondo meraviglioso! La pioggia aveva formato perle iridescenti intrecciate alla tela di un grosso ragno che la salutò serio con un cenno del capo, l'erba verde e lussureggiante si piegava sotto il dolce peso dell'acqua e formava delle piccole fontane alle quali andavano ad abbeverarsi insetti e piccoli animali, la pelliccia del toporagno brillava lucida e pulita e la terra odorava di buono, Violetta batté le mani felice e riuscì ad assistere anche al miracolo dello spuntare di un fungo!

“ La pioggia è vita” le disse dolcemente il merlo “ hai visto? Disseta la terra, lava l'aria, dona refrigerio e bellezza, la pioggia è utile, come ogni manifestazione della Natura. Pensi ancora che non ti piace la pioggia, Violetta?” il merlo la guardò sorridendo

“ La pioggia è bellissima e se proprio devo dire la verità mi piace restare nella cucina calda ed odorosa quando fuori piove, magari disegnando o preparando una torta con la mamma” rispose la bambina “ ora ho voglia di tornare a casa!”

“ Sali in groppa che si torna” la invitò Osvaldo

Violetta era felice ed aveva compreso la lezione, tornò nella sua cameretta, si lavò il visetto e si vestì senza fare storie e poi scese in cucina ed andò ad abbracciare la mamma: ” Sono pronta, mamma!”

La mamma le accarezzò i capelli e cominciò a ridere quando Violetta urlando di gioia corse verso una bellissima mantella colorata e degli stivali di gomma gialli che la mamma le aveva fatto trovare appoggiati alla sedia.

“ Grazie, mamma, sarà ancora più divertente, ora, uscire con la pioggia!”