Poco lontana è la sera e tu sali sul C28 un bus affollato che ti porta al Vomero tra vetrine
luminose e tappeti di merce gettata per strada tra la folla.
Già piove sui vetri decorati a festa, sulle bancarelle, sul volto della gente in cerca di regali.
Tutto è corsa, mercato, visi spettinati tra pozzanghere che brillano riflessi luccicanti.
Il traffico è vicino alla zona pedonale degli acquisti ed i clacson delle auto si sentono così come
i fumi di un bus, bloccato tra la gente che attraversa.
C’è una bimba ( forse anche altre) che piange tra la folla e tende la mano in cerca di un soldino.
Vicina la madre la stringe per difenderla da una folla che corre indifferente.
Nessuno a fermarsi, a farsi domande. L’abitudine a convivere con gente che chiede ci ha resi
immuni dal pianto. Nessuno si ferma sotto la pioggia.
Mia madre mi raccontava , mi racconta ancora, del cuore di Napoli, dove c’era il sorriso , la tolleranza,
la carità, l’amore . Ed io ci credo vedendo i suoi occhi ogni mattina quando correndo a lavoro
la incontro e frettolosamente la saluto senza fermarmi.
Lei vorrebbe sempre dirmi qualcosa che non ricorda, vorrebbe sempre abbracciarmi, darmi il
suo amore; Ma io corro, corro come tanti in questa città.
Oggi è un giorno di festa ed ho qualche minuto per stare con me e scavare in un cassetto di ricordi.
E tra le mie vecchie foto :i viaggi, le feste con gli amici, le ragazze innamorate, il sole, il mare
ed una cartolina del golfo di Napoli ( col famoso pino) mai spedita.
Com’è bello il golfo di Napoli !
Chissà se c'è ancora quel pino ...