Hai presente quei momenti in cui qualcosa di non meglio identificato si sgretola, e ti fa mancare un passo, così inizi a ruzzolare giù dalla tua strada, sempre più giù e dapprima sei spaventato, tremendamente, anche. Poi, superato lo shock iniziale e i primi dolorosi urti ti anestetizzi e anzi quasi speri di poter continuare, quasi pensi che sia la giusta punizione per uno dei tanti errori, per poter dire: “ Oh, povero me! Guarda che tragedia!”
Il fatto è, che quella strada ha da tempo alcune buche, tutte le strade ne hanno, come è giusto che sia, ma talvolta quando ti danno una spinta tu, puoi capitarci sopra, è probabile, e così ruzzoli via.
È totalmente casuale? Talvolta.
Ora, perché prima vedevi solo la zona asfaltata e ne gioivi ed ora vedi invece solo le buche? Perché vedi lo stesso bicchiere riempito a metà,alternativamente vuoto o pieno?
È a metà. Sempre. Ma chi vuol stare a metà? Nessuno, al giorno d’oggi. La metà è così mediocre! Come se mediocre fosse una parolaccia. Allora ti lanci verso traguardi talmente alti che nemmeno vedi più terra e non importa se soffri di vertigini, non importa perché stai andando verso l’ alto con quella foga talmente intensa che non ti rendi neppure conto di far volare giù con una gomitata l’ ultranovantenne, che pure voleva il suo momento. Insomma un delirio globale di onnipotenza.
Io, per esempio, sono caduta un po’ di volte: non è che la mia strada fosse totalmente rotta ma piuttosto che io avevo talmente paura di ammettere l’ esistenza di quelle buche che camminavo guardando il cielo, e si sa che questa non è in alcun caso una gran genialata, ma tant’è.
Vedevo solo il bicchiere pieno, poi cadevo e lo vedevo vuoto, mi riprendevo perché intuivo che non lo era e ricominciavo il ciclo piuttosto che dare un’ occhiata. Saltavo da un’approssimazione per eccesso ad una per difetto, entrambe palesemente erronee.
Alle medie quando studiammo fisica le maestre ci spiegarono in termini semplici l’ importanza dell’ osservazione nello studio ed io, evidentemente, quel giorno non ero per nulla recettiva. Ma va bene, da una vita sono un’ ottima osservatrice selettiva, ma, ehi! Ad ognuno le proprie buche!
Insomma direi che dare un’ occhiata a quelle maledette buche anche per farsi un’ idea della situazione non sarebbe malaccio, giusto per ripararne qualcuna e conoscere l’ ubicazione di quelle perenni. Dà un certo vantaggio, no?