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Tigrottino era un bellissimo gattino tutto tigrato con gli occhi verdi come smeraldi. Viveva in un bellissimo giardino che faceva parte di una grande villa dove abitavano i suoi papà e mamma umani. L'avevano adottato prelevandolo quando aveva solo due mesi dal gattile della zona e lo avevano chiamato così per via del suo manto striato. Tigrottino aveva altri due fratellini che però erano rimasti al gattile perchè un pò malati e dovevano essere curati. In quel bellissimo giardino c'era la sua casetta che aveva due stanzette, una con la porta ad arco piccola piccola e l'altra tutta chiusa per dormire. Il tetto era spiovente così faceva scivolare l'acqua quando pioveva e non entrava nella sua casetta. Tigrottino giocava tutto il tempo con i fiori del giardino e saltellava di qua e di là in mezzo all'erba tutta verde e soffice a cercare di catturare le farfalle. Per quanto saltasse in alto non era ancora riuscito ad afferrarne una. Un giorno la farfalla si posò sul suo nasino e tentando di afferrarla si graffiò. Allora la farfalla dispiaciuta disse: - vedi Tigrottino tu devi giocare con altri gattini come te così vedrai che sarai più felice. - ma i miei fratellini sono rimasti al gattile perchè sono ammalati e io non posso più andare a trovarli perchè non ricordo bene la strada - rispose Tigrottino. - Se vuoi ti ci accompagno io - volo sempre da quelle parti in queste belle giornate d'estate! - disse la farfalla. Contento Tigrottino cominciò a saltellarle intorno e a seguirla felice. Passarono vicino a uno stagno, era pieno di cose divertenti per giocare, c'erano delle piccole rane che prendevano il sole e Tigrottino le voleva afferrare per giocare con loro. C'erano anche delle libellule che volavano quasi vicino ai suoi occhi e lui avrebbe voluto tanto afferrarle e magari mangiarle. - No Tigrottino non puoi distrarti la strada è lunga e rischiamo di non fare in tempo a tornare a casa - disse saggiamente la farfalla. Si doveva attraversare un grande campo coltivato dove alla fine si trovava una fattoria piuttosto grande. - Oddio, mi schiacceranno con quel trattore - pensò Tigrottino. - Oddio, mi acchiapperanno col retino e mi imbalsameranno - pensò la farfalla ma lei sapeva già come fare per passare dalla fattoria senza essere visti allora disse a Tigrottino: - vedi laggiù dove finisce il campo? A fianco ce nè un altro, sarà facile nascondersi ancora, certo allunghiamo un pò la strada ma almeno saremo al sicuro e gli animali della fattoria non ci vedranno nemmeno. Ecco io mi nascondo qui, proprio dietro al tuo orecchio e ti suggerirò la direzione da prendere. - Va bene - rispose serio Tigrottino. Allora si acquattò e quasi strisciando raggiunse la fine del campo e subito entrò nell'altro campo senza che nessun animale della fattoria se ne accorgesse. Superato questo ostacolo se ne presentò subito un altro, un piccolo ruscello che scorreva tranquillo e attraversava i due campi, la farfalla disse: - dobbiamo superare il piccolo ruscello. Per poter attraversare io dovrò solo volare dall'altra parte ma tu Tigrottino devi trovare un ponticello e stare attento a non cadere in acqua. Tigrottino aveva il terrore dell'acqua e non sapeva come fare per attraversare anche perchè non riusciva a vedere nessun ponticello. Andò avanti e indietro un pò di volte e alla fine scorse un grosso masso al centro del ruscello, però per riuscire a raggiungerlo doveva fare un bel salto. E oplà! Col primo salto salì sopra il grande masso. Guardò giù e vide l'acqua del ruscello ed ebbe paura di caderci dentro. E oplà! Ecco l'altro salto che lo porta direttamente sull'altra sponda. - Bravo Tigrottino, disse la farfalla orgogliosa di lui come una mamma gatta - ancora un poco e siamo arrivati. - Eccolo è laggiù, pochi metri e siamo arrivati! gridò felice la farfalla. Il gattile era immerso nel verde aveva un bellissimo spazio tutto intorno e c'erano alberi grandissimi. Era tutto recintato per evitare che i gatti scappassero via e si perdessero per le strade della città rischiando di non essere più ritrovati o, peggio, di finire sotto qualche auto. Subito la farfalla volò all'interno a cercare i fratellini di Tigrottino che ora erano guariti e giocavano tra l'erba, bisognava trovare il modo di far entrare anche Tigrottino senza essere visto dalla signora addetta alla sorveglianza dei gatti. I suoi due fratellini, che erano stati chiamati Pinky e Dudù videro Tigrottino e gli andarono vicino per annusarlo e per essere certi che era il loro fratellino e poi lo aiutarono ad entrare da una piccola fessura che loro stessi avevano fatto nella rete. Miao, miao, miao! Erano felicissimi di rivedersi, si facevano le fusa frrrr, frrrr, frrrr, che bello stare insieme, dai giochiamo! Nel frattempo nella casa dove viveva Tigrottino era scattato l'allarme generale perchè non lo vedevano più in giardino e tutti lo stavano cercando. Poi si divisero per vedere se riuscivano a trovarlo così il papà per sicurezza andò anche al gattile e la signora che li curava si accorse che i due piccoli micetti Pinky e Dudù giocavano con un altro piccolo micetto che sicuramente era Tigrottino. Allora anche il papà lo vide e lo prese subito in braccio felice, ma Tigrottino non voleva andarsene senza i suoi fratellini e cercando di divincolarsi lo graffiò un pochino. Il papà rimase un pò sorpreso e lo lasciò andare ma poi capì e chiese alla signora se poteva dargli anche gli altri due micetti visto che di spazio ne avevano a sufficienza nella loro casa e visto che erano guariti. Ora finalmente i tre micetti erano insieme e giocavano felici nel giardino della loro casa. La casetta di Tigrottino era abbastanza grande da contenere tutti e tre e dopo aver giocato e mangiato la loro pappa, i croccantini e bevuto un pò di latte, si addormentarono felici stretti l'uno accanto all'altro. La farfalla era felice perchè aveva aiutato Tigrottino a riunirsi con i suoi fratellini e volava di fiore in fiore agitando le sue coloratissime e bellissime ali poi stanca si fermò sul tetto della casetta dei tre micetti. "E' bello" pensò "avere degli amici che ci aiutano a superare le difficoltà che si incontrano ogni giorno e non ci abbandonano mai!" e con quel pensiero anche lei si addormentò. |
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Il terzo dei racconti scritti nel 2012 per ragazzi.» |
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