E se provassimo a uscire dalla scatola. Stamani a questo pensavo mentre il sole mi baciava. Stavo seduto sopra agli scogli o scaglie di parmigiano bianco, gustandomi la brezza salata del vento sul corpo, le onde increspate del mare, le barche navigare, il gorgoglio delle onde del mare scivolare sulle pietre levigate dal sale, dal vento, dal tempo che passa e che tutto trasforma. Sbuffava la nebbia all’ orizzonte. Capri, come per magia, scompariva nel cilindro magico del tempo prestigiatore. Il cielo celeste di Napoli baciava il cobalto colore del mare. La luce del sole, stamane danzava per l’allegria della giornata. Non c’ erano sirene ad assistere la scena. E se provassimo a uscire dalla scatola? Mi son chiesto … E’ possibile? Certo che sì, vale la pena, magari provarci ! Certo, non è una cosa semplice, anzi …. Il guaio è, che non ci accorgiamo di vivere sempre dove ci hanno deposto e dove vogliono che respiriamo. Non ci rendiamo conto che ripetiamo sempre le stesse corse sugli stessi binari di sempre, fin dalla nascita. Siamo stati rinchiusi in scatole legate da nastrini convenevoli. Viviamo e ci nutriamo sempre dello stesso cibo, delle stesse immagini, e fermi restiamo con i nostri sentimenti usurati dal solito giorno che si sussegue ad altri simili giorni, aspettando che qualcosa cambia fuori e dentro di noi. Quel qualcosa, che vorremmo tutti, che ci dicesse di chi veramente siamo, dove andiamo, e che funzione abbiamo in questo universo che si espande, ma …. Siamo fatti e costruiti come una rete ferroviaria purtroppo, con le solite fermate in stazioni visitate sin dalla nascita, e non riusciamo a vedere fuori da queste. Partono da noi sempre gli stessi treni, per raggiungere sempre con gli stessi percorsi, le stesse stazioni. Così passiamo la nostra vita. Rispondiamo sempre con le stesse parole, i soliti gesti, i soliti pensieri, sempre le stesse associazioni, in automatico, come i robot dell'ultima generazione. Non riusciamo a cambiare i nostri stereotipati modi di vedere il mondo e i suoi sgargianti colori. Dobbiamo uscire da schemi poveri, dobbiamo essere universo, stelle, pianeti, e tutto quello che veramente desideriamo. Dobbiamo evolverci dentro, solo così, riusciremo a slegare i nastrini. Siamo chiusi in scatole mentali non vivendo il vero mondo, il nostro vero esistere. Certo, l’ impresa è ardua, difficile, ma ne vale un'intera vita vissuta, se anche per un attimo raggiungiamo noi reali. Certo, possiamo volare se lo vogliamo veramente, invece di starcene seduti sempre al solito sediolino di un treno, che ferma sempre alla solita stazione. Dobbiamo cambiare, rivoluzionarci, evolverci, navigare, volare fuori di noi, scoprire nuova vita, altre forme di essere, nuovi colori, nuove idee, nuove parole; scoprire terre inesplorate e non stare chiusi in scatole precostituite, che ci rendono soldatini di latta e nulla più. Questo, pensavo di me stamane, di te che leggi e di te che stai male su questa terra creata a immagini di pochi. Reinventarci è la strada, ricostruirci, sognare ed applicare. Uscire da schemi stupidi e idioti , appresi dai Guru sociali, dai capi bastoni, dai venditori di parole e di modi. Dobbiamo vedere con i nostri propri occhi il mondo vero. Non voglio assolutamente, mi dicevo stamane, vedere con occhi altrui il mondo, mentre il sole mi bacia. Non desidero più essere sempre allo stesso modo. Piano, ho slegato i nastrini della scatola, piano, ho compreso ... Sono uscito dal precostituito me stesso, come una Fenice …. Sono volato via dal vecchio me, stantio, sempre uguale, e tra cielo celeste e il mare color cobalto, volando fin sopra la collina di Posillipo, tra pini centenari e macchia mediterranea, ho trovato la mia vera strada, la radice del mio essere uomo, e la vera appartenenza a questa sfera che gira, che mi porta lontano. Bisogna aprir la scatola per gustare la sorpresa della vera vita. |
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