Ritornava nel suo grigiore quel sorriso stampato per pochi attimi.
Voleva portarlo in tasca.
Nei giorni senza nome e nelle sere senza luna...
Affranto e illuso dai pensieri, ancora una volta, fece ritorno a casa.
Non c'era nessuno che potesse dare uno spiraglio alla fioca luce assorbita da una candela senza cera.
Prima dell'alba quel mistero svanì nel cuore ancora palpitante.
Avrebbe voluto un sogno avverarsi, e invece, tutto scorreva senza dover far niente.
Non poteva la luna raccontarsi in un volto ogni volta diverso dalle parole proferite. Passato il lungo periodo di attesa ricercava in sé una soluzione.
Lasciarsi il tutto nel cuore e non farsi più progetti nel suo tempo ormai rotto dai filamenti di attimi in un periodo così lungo, percorso dal momento della rinascita al sentiero tortuoso e pieno di rovi, un percorso nel tempo.
Sedici fantasie da tenere in tasca facevano ricadere le parole in un buio dire.
Maggio finiva, tra l'altro non vi era mai un sogno da avverarsi, ma a volte, la speranza si piega al volere del "non voglio".
L'estate dipingeva coriandoli di memorie in una calura quasi esistente di un incrocio di pensieri.
Si lasciavano i giorni al tempo pensando di aver fatto bene e di lasciarsi dietro spiragli di immagini e situazioni di confusa realtà.
Le parole mangiavano i singhiozzi e le ore insistevano su un'assenza sempre più marcata.
Non mancava il gioco dei misteri, tra le pagine confuse un velo di mestizia offuscava il tempo.
Poco prima dell'alba inventò forme di tristezza che si accordavano all'insonnia.
Un mare aperto di poesia in un canale di pensieri.
Si rese conto quanto fosse difficile rendere la vita serena e affrontare le situazioni con un buon ottimismo.
Vecchi sforzi la rendevano vana.
Corse via, nel traguardo guardò quegli occhi...
parlottare con il cuore.
Tutto scivolò in un quadro senza più artista.
I pennelli hanno smesso di dipingere la vita...
L'anima volò via...