La sua casa non era distante dal mare e, tra le risate dei suoi amici e la musica che si levava alta sino a toccare la Luna, lui poteva sentire lo sciabordio della risacca e il profumo delle onde che così tanto lo inebriavano. E così, ogni tanto diceva ai suoi amici che andava a pescare, tirava dentro la barca e si lasciava portare.
Amava profondamente il mare, soltanto lì si sentiva appagato, libero, era la sua casa, l'intimità dove raccoglieva tutti i sogni più ambiti. Il mare lo ascoltava, lo avvolgeva nel suo abbraccio, non gli chiedeva nulla in cambio. Il mare sapeva che lui l’ amava e semplicemente ricambiava il suo amore. Quando il pescatore di sogni s'immergeva, tutto intorno a lui cambiava, il silenzio lo ammantava, l’ acqua lo accarezzava languidamente e lui ritrovava la pace nell’ anima. In quei momenti, l’ unica cosa a fargli compagnia era il battito del suo cuore.
Una di quelle tante notti d'estate, sotto lo splendore di un cielo di Stelle, mentre ad occhi chiusi si lasciava andare sull'acqua, due morbide labbra si posarono dolcemente sulle sue e le mani gli accarezzarono il volto. Pensò fosse un sogno e continuò a tenere gli occhi chiusi abbandonato sulle onde. I baci si fecero più esigenti, più curiosi, più passionali, più invadenti …. le mani di entrambi sfioravano lembi di lune sopite, colline vellutate coperte di rugiada, valli pervase da profumi di pesche.
Un bagliore lo costrinse a socchiudere gli occhi, ma nello stesso istante il sogno scomparve, poté vedere soltanto una scia di polvere di stelle che si perdeva nel mare, mentre un canto d'amore cominciò a levarsi leggero insieme ai primi raggi di un sole bambino. S'immerse cercando disperatamente di rincorrere la scia .... ma inutilmente. Tutti i giorni, per 30 lunghe notti trascinò la barca nello stesso punto e si abbandonò alle onde, sperando che il sogno tornasse, di sentire ancora quelle morbide labbra di pesca. Ma nulla.
Al trentunesimo giorno, attraccando la barca … una bottiglia, un piccolo petalo rosa di fiore pesco dentro … ed un biglietto. Lo raccolse con le mani che gli tremavano “ mio pescatore,
ci sarà concessa una sola notte d'amore, da mezzanotte all'alba, stanotte”. Il cuore gli batteva all'impazzata, non si mosse dalla riva, che gli importava cosa pensavano gli amici non vedendolo tornare?, in quei trenta giorni avevano imparato a non dar peso alle sue stranezze, avrebbe atteso lì sino al lento allungarsi della Luna.
Spinse la barca e remò sino al punto in cui il riflesso d'argento della luna si faceva più intenso, quasi accecante... quasi, ma non da impedirgli di veder fluttuare in lontananza l'ampio velo che accarezzava quelle forme morbide, i lunghi capelli corvini che rubavano baci alle onde. Quell'isolotto ieri non c'era, ma che importava?, lei era li, bellissima, sotto l'improbabile ciliegio ricolmo di fiori.
Tremante lasciò la barca e si accostò, non servivano parole, il velo scivolò e si perse come un fiore di loto sulla superficie del mare, lei lentamente lo spogliò, accompagnando ogni gesto da promettenti carezze e soffi di baci. Lui non staccava gli occhi dai suoi, mentre le mani sfioravano, quasi incredule ancora, quei fianchi di velluto salendo lente alle belle spalle sinuose, finché le due bocche si unirono e i seni di lei si incollarono ai fremiti del suo petto.
E fu la loro notte, tutta la notte sino all'alba, passione dolce e sfrenata, tumulto di onde del mare in burrasca, due corpi che l'ombra della Luna rendeva un tutt'uno nell'unione dei sensi mai paga. Il pianto di lei si tramutò in sorda canzone, l'angoscia di lui era il singhiozzo dei versi, le mani si scioglievano come la sabbia mentre gli occhi divennero gocce di mare … sulla riva una barca e una bottiglia vuota.
Gli amici lo cercarono per tutto il giorno seguente e altri ancora, finché una sera, prima del tramonto, udirono venire dal mare un soffice canto d'amore, un duetto di voci leggere, innamorate e felici. E nel ritaglio del sole sull'acqua per un istante lo videro in un corpo solo con la sua sirena, poi …. due delfini danzare.