"Distrutto dalla festa?".

"Sì. Mi conosci, dopo un paio d'ore divento intrattabile. Troppo di tutto. Non sopporto la musica assordante, il caos, il fumo e la gente che ti urta continuamente. Tu come stai?".

"Come mi vedi?".

"Ti vedo bella", e bella lo era veramente. I capelli corti e biondi sparati verso l'alto, gli occhi azzurri e i lineamenti sottili accoglievano un sorriso smagliante. Mi ricordava Annie Lennox da giovane e, probabilmente, proprio a lei voleva assomigliare.

"Wow! Sono seduta su questo bel prato, sotto un cielo stellato con un uomo affascinante dagli occhi verdi che mi dice che sono bella. Che strano caso".

"Sai benissimo che sono qui apposta per te. Volevo parlarti, prima... ".

"Prima della mia partenza. Domani pomeriggio me ne vado. Londra mi aspetta e io devo cambiare ambiente, lontano da tutto questo".

"Quanto tempo starai via?".

"Non lo so Tony. Un mese, un anno, tutta la vita. In questo momento sento che devo scappare dal presente per costruire un futuro completamente mio. Sono stata accantonata da tutti e non solo da te. Voglio fuggire dallo sguardo di chi si sente in grado di giudicarmi, senza chiedersi il perché io l'abbia fatto. Devo dimenticare tutti voi".

"Mi spiace Roby, ma non avevo scelta. Hai iniziato un percorso senza chiedermi se lo avessi voluto. Non ti è importato sapere il mio pensiero. Eravamo felici, non ti bastava quello che avevamo?".

Improvvisamente vidi il suo sguardo rompersi, come se avessi dato uno schiaffo alla sua anima, al cuore e a tutte quelle parti di lei che volevano solo me.

"Lo so, ma lo dovevo a me stessa. Per troppo tempo mi sono adattata. Sarei morta dentro se non lo avessi fatto. Sapevo di correre dei rischi, e probabilmente immaginavo il finale, ma avrei fatto di tutto per riconquistarti. Sarei scesa sul campo di battaglia armata del mio amore, pronta a combattere con la mia nuova armatura. Ma il giorno che hai lasciato la nostra casa, ho capito di aver perso".

Fissai i suoi occhi e vidi la stessa persona di cui mi ero innamorato. Vidi la passione, il coraggio, la forza e quella leggera inconsapevolezza che la portava a buttarsi dentro la vita con quell'ardore che io non possedevo.

"È vero Roby, ma io non ho vinto. Sono un perdente che nella vita deve pagare il conto a un creditore che nel mio caso è l'orgoglio. Sono una vittima, anche delle apparenze. Amo quello che vedo e non quello che sento. Non sarò mai felice, sempre alla ricerca di un desiderio del cuore che la mente non sposerà. Dopo di te, non lotto più, tanto so che perderei".

"Mi dispiace, forse ti ho fatto più male di quello che credevo", e mentre lo diceva, volse il suo sguardo verso l'alto.

"Mi stai ripetendo quello che già so, ma ora la mia pena si sposta su di te. Sarà colpa di questa calda serata di fine maggio e di questo cielo stellato che sembra caderci addosso. Vorrei rubare una stella, metterla nella mia borsa e guardare la sua luce tutte le volte che sono triste". "Com'è bella la luna che ci sta illuminando. Quando ero piccola, nelle notti di luna piena, io e mia madre uscivamo da casa, ci stendevamo sopra a un prato in un posto simile a questo e fissavamo per ore quella che chiamavamo -La regina della notte-. Mia madre mi diceva che la luna piena raccoglie i desideri delle persone che la ammirano per poi sparire, indaffarata a realizzare tutti i sogni dei suoi figli terreni. Mamma mi consigliava di osservarla intensamente, di esprimere il desiderio più grande e di aspettare. Alla fine si sarebbe avverato. Dopo la sua morte non c'era notte che non guardassi la luna piena per cercare di ricordare il suo volto. Ammiravo quel chiarore e immaginavo il sorriso di lei, sentivo la sua mano accarezzarmi i capelli, la pelle del viso e mi sembrava di avvertirne il calore. Mamma diceva che l'uomo è nato per soffrire e io mi chiedevo come potesse esistere il dolore di fronte a tanta consolatoria bellezza. La sera che te ne sei andato, sono corsa fuori e ho fissato la luna per ore. Sono passati sei mesi, ma tu non sei tornato".

"Perdonami Roby, ma io non riesco. Più sto vicino a te e più mi sento distante. Tante volte ho cercato il passato nei tuoi occhi, volevo rivedere come eravamo, cercavo i nostri momenti più belli, la gioia comune e quella traboccante serenità, ma io non riesco a vivere di ricordi".

"Come siamo diversi! La memoria e il passato mi suggeriscono il futuro, mentre tu fuggi da quello che eri".

"Probabilmente sono troppo confuso e nel cercare mi sono perso. Mi sento come pioggia che si disperde in un mare gonfio e turbolento pronto a ingoiarla". A un tratto sentii gli occhi bruciare e lacrimare. Era un pianto sommesso, come un figlio adottato da quel dolore profondo che non riuscivo a quietare.

Lei mi guardò e dopo avermi contaminato con la sua nostalgica dolcezza, mi prese le mani dicendo:

"Ti perdo, ma gli otto anni trascorsi nella tua passione resteranno tatuati sul mio cuore. Nella vita ci è concesso un solo grande amore e quelli che vengono dopo sono solo sostituti. Ho vissuto in te completamente, ogni mio respiro era dedicato a noi".

Lei diceva queste parole e io non riuscivo a fermare le lacrime. Avrei voluto gettare tutto, il cuore, la mente, i pensieri e la disperazione che schiacciava la mia anima. Volevo la fine, ma di me stesso.

"Ora basta Tony. Fermiamo questo momento. Ti chiedo un ultimo regalo. Vorrei rivivere l'attimo in cui ci siamo trovati, quando io ti fermai dentro quel locale e mi presentai a te".

Guardai il suo viso e senza alcuna esitazione, come se fossero parole scolpite sulla roccia e con la gioia di quel momento che ancora ricordavo, le dissi:

"Piacere Roberto e complimenti, sei un bellissimo ragazzo".