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Il regno di Anellandia

Fantasy

“ Potrete tagliare tutti i fiori, ma non potrete toglierci la primavera" Pablo Neruda


Sin dalla sua origine e per molti secoli a venire, nel paese di Anellandia regnarono sovrani crudeli e sanguinari che avevano potere di vita e di morte sui sudditi e facevano largo uso della tortura per ridurli all’ obbedienza e alla sottomissione.

Il “ terrorismo di stato” aveva represso ogni forma di dissenso e opposizione: molte persone scomparvero misteriosamente, altre ripararono all’ estero in gran segreto!

Nella maggior parte del popolo però, impaurito e soggiogato, s’ insinuò l’ idea che la vita (e non la morte) fosse dono del sovrano e piano piano si collegò la sua figura a quella di un “ dio terreno”.

L’ anello di ferro che veniva conficcato nel labbro inferiore dei neonati, divenne il segno tangibile della fedeltà al re- dio, e lì vi restava per il resto della vita.

La legge sul “ digiuno sessuale” prevedeva severe sanzioni anche per un eccessivo baciarsi e allora, per la propaganda politica, bacchettona e sessuofobica, l’ anello rappresentava addirittura un aiuto alle future coppie per ottemperare a tale legge!

Moderni studi antropologici hanno invece dimostrato che l’ anello ostacolava sopratutto il libero dialogo tra le persone!

Inoltre tutta una serie di precetti, inutili e obsoleti, costringeva i meno abbienti a continue trasgressioni e conseguenti richieste di clemenza al re, grazie alle quali egli, in campo internazionale, ostentava un buonismo che era solo di facciata.

Col tempo, dovendosi comunque allineare con altre civiltà emergenti, ci furono nel regno lievi aperture democratiche; ma solo in teoria, poiché nella prassi quotidiana nulla era cambiato. E’ vero che era stata abolita la pena di morte e non si praticava più la tortura fisica, ma comunque gli “ inanellati” non erano liberi!

Talvolta si perpetuano nel tempo usanze, riti e credenze popolari, falsamente indicate come sana e genuina tradizione. In realtà è solo un’ accozzaglia di assurdità, pregiudizi e superstizioni alimentate ad arte da caste potentate per un loro tornaconto!

Solo l’ interpretazione del contenuto della mente è per l’ uomo verità assoluta; tutto il resto è aporia.

Nella vicenda anellandiana, purtroppo, il paradigma è sovvertito: uno stuolo di sedicenti “ maestri dell’ assoluto” e “ benedicenti guru”, accreditati in corte, ha ucciso la ragione dei deboli, radicando nelle coscienze determinazioni inconfutabili e dogmi, ammantandoli di maliziosa spiritualità!

Immemori del sangue innocente versato, ora il re appariva come il patriarca buono e saggio, custode e mediatore di verità superiori e trascendenti! In realtà, forte di quella tradizione, esercitava sui sudditi una sorta di coercizione psicologica, che spesso diventava plagio.

Benché facoltativi, i più continuavano a rispettare i precetti regali: un po’ per consuetudine, un po’ per ataviche paure! E ancora in virtù di quella tradizione, le mamme continuavano a chiedere l’ inanellamento per i propri figli. Ogni adulto che ne fosse sprovvisto, era considerato, a priori, maledetto e malfattore!

E' significativa la vicenda di Caluc, erede al trono per linea di sangue. Uomo illuminato e colto, il giorno in cui fu’ incoronato affermò pubblicamente: “ I miei predecessori hanno trasformato questo popolo di onesti e laboriosi cittadini in un branco di burattini senz’ anima, tutti nemici della logica. Non proverei nessuna soddisfazione a governarli in questo modo!”

E difatti, coerente con le sue idee, quello stesso giorno nominò qualcosa come diecimila tra i migliori “ tenagliatori” con il compito di tagliare l’ anello a tutti.

Hai noi! Come disse quel tale: “ Le masse sono ignoranti”! E il giorno dopo, sobillato da alti dignitari di corte, il popolo destituì il re e lo giustiziò nella pubblica piazza. Al suo posto fu proclamato il successore Ellelet, famoso per il suo disegno di legge detto del “ doppio anello”!


Andrea Garofalo 04/03/2014 19:27 1642

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«La paura della morte accompagna l'uomo in ogni ambito della sua esistenza.
In molti casi essa lo rende succubo di coloro che, subdolamente e maliziosamente, promettono di esorcizzarla! Molti di costoro, nella loro opera di convincimento, si sono macchiati di sangue innocente.
»

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Il primo racconto pubblicato:
 
Il pescatore contadino (05/02/2014)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
La religione secondo me (11/05/2015)

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Ma quale 25 Aprile (28/04/2014)

Il racconto più letto:
 
Il regno di Anellandia (04/03/2014, 1643 letture)


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