Lo avevano deciso quasi all'unisono, forse aleggiava nell'aria di quel Natale silenzioso, triste nonostante le luci, nei loro cuori che sembravano stessero spegnendosi, come quella fine di anno, come quei mesi di crisi assurda, di dolore, di mancanza, di rabbia che non esplodeva ma creava nella loro anima una devastazione da fine del mondo.
“ Vediamoci a Praga, l'ultimo giorno dell'anno, ho prenotato volo e hotel” un messaggio nella sua posta elettronica, poche parole, scarne, ma significavano tutto, significavano che forse non si erano persi, che forse erano ancora loro, quei ragazzi innamorati di tutto, quei folli che sapevano trasformare il mondo in un luogo incredibile, memorabile, colorato e pieno di speranza. Dove e quando si erano perduti? Lei se lo era chiesta continuamente in quei lunghi mesi ed ogni volta la risposta era diversa, perché in fondo sentiva che non era finita, che qualcosa della loro scintilla era rimasta accesa, pronta ad esplodere.
“ Ci sarò” non aggiunse altro, non c'era altro da aggiungere, doveva solo attendere che passassero quei giorni che li separavano, fino al loro incontro, ancora una volta.
Grand Hotel Bohemia di Praga, scese dal taxi con le gambe tremanti, lui era già arrivato, le aveva mandato un messaggio con il numero della camera: suite 409. Attraversò la hall immensa, piena di persone, di voci, di lampadari enormi e stucchi, ma vedeva tutto come a rallentatore, le persone che incrociandola la guardavano, immensi alberi di Natale decorati di delicati colori panna e oro e si diresse verso l'ascensore. Aveva le mani gelate, il cuore in tumulto, una gioia feroce nel cuore, un timore che le spezzava le vene, un lieve tocco e lui le aprì la porta, la guardò in silenzio, a lungo, le sorrise, lei gli si buttò tra le braccia, lo strinse forte, un nodo alla gola non le permetteva di parlare.
Chiusero la porta, si guardarono come se si vedessero per la prima volta, le dita di lei che percorrevano il suo viso, la mano di lui, calda e grande che le accarezzava le ciglia, che seguiva il contorno delle sue labbra.
“ Sei sempre tu...”
Si avvicinò dolcemente, le poggiò le labbra sulla bocca, respirò il suo respiro, la baciò come se fosse l'ultima cosa da fare al mondo, la prima cosa da fare alla vita, come nel passato, come nel futuro, un bacio che fuse la bocca e sigillò i cuori, si erano ritrovati. E fu passione, nei loro corpi nudi, nelle pelli mescolate, negli odori e nei sapori, fu fuoco nelle vene e scintille negli occhi.
“ Hai fame?” le chiese dopo un tempo interminabile
“ Oh sì, famissima!” gli rispose ridendo
Una tavola meravigliosa piena di prelibatezze li stava attendo, mangiarono nudi, ridendo come bambini e guardando fuori al tramonto di una città che si stava riempiendo di luci, la luce delle candele rendeva l'atmosfera calda, sensuale, dolce. Mangiarono e fecero l'amore ancora, bevvero vino l'una dalla bocca dell'altro.
“ Usciamo ad attendere il nuovo anno?” gli chiese
“ Di corsa, sì!”
Si rivestirono ridendo, baciandosi, annusando il proprio odore sul corpo dell'altro, fuori l'aria era frizzante, sembrava quasi pizzicare, corsero tenendosi per mano nel centro della città illuminata, vociante, un miscuglio di idiomi, di colori, di suoni, mille lanterne lasciate salire verso il cielo come i desideri ed i propositi di tutte quelle persone, e la Torre dell'orologio e poi il conto alla rovescia ed il nuovo anno, insieme! A baciarsi e ridere e bere lo champagne che avevano portato con loro, il sapore più buono del mondo, i baci più dolci della vita, la gioia più vera, più intensa, più feroce!
“ Buon Nuovo anno!” “ Buon Nuovo anno...” le altre parole si erano perse nella confusione e nei botti dei fuochi d'artificio.
Si allontanarono poi camminando verso il Ponte Carlo stranamente deserto.
Una musica improvvisa li colse mentre stavano passeggiando, le dita intrecciate, vicini quasi da respirarsi il respiro: “ Here I go, out of my sea again, the sunshine fills my hair nd dreams hang in the sky... it's a wonderful wonderful life” la prese tra le braccia e cominciarono a ballare lì, nel mezzo del Ponte Carlo, mentre Praga, in quel primo giorno dell'anno era illuminata come una regina. “ Ti amo, ti amo come ti ho sempre amata, ti amo come voglio amarti per sempre”. Lei si strinse ancora di più a lui, chiuse gli occhi e lasciò che le parole entrassero con il respiro, che riempissero ogni spazio, che le esplodessero nel cuore.
Riaprì gli occhi, lui la stava guardando, quegli occhi di mare nei quali lei sempre si perdeva.
“ Per sempre, ti amo” gli sussurro a fior di labbra.
Si persero nella musica, su quel ponte deserto erano una bolla di luce, ballavano dolcemente mentre silenziosa cominciava a scendere la prima neve...
...Sì, sarebbe arrivata la neve
e l'avrebbe vestita da sposa
e i gioielli sarebbero stati
gli argentei raggi di Luna
ed i canti nelle chiese
avrebbero intrecciato i suoi capelli
l'unico colore che lui avrebbe visto
sarebbe stata la lucentezza
e avrebbe lasciato le sue orme
sul candido manto intonso
seguendo il cammino
fino a raggiungerle il cuore