Il bacio del vampiro - Racconto di Mirella Santoniccolo Mairim14 (Fantasy)

Girare per la città di notte a Barbara metteva paura ed è per questo che portava sempre nella borsetta una bomboletta spray orticante da usare contro i malintenzionati e ogni tanto per sentirsi tranquilla, la toccava stringendola tra le dita.

Era ormai mezzanotte e da lì a poco sarebbe dovuto passare l’autobus dell’ultima corsa che l'avrebbe portata fino a casa.

Da un po’ di tempo aveva finalmente trovato lavoro, ma purtroppo in quel bar l'unico turno disponibile era quello notturno e avendo lei un disperato bisogno di guadagnare per sopravvivere l'aveva accettato senza esitare.

La notte era splendida, le stelle e la luna piena donavano un alone di mistero, e nell’aria si sentiva un'atmosfera particolare, era la notte ideale per gli innamorati.

Non vedeva l’ora di arrivare a casa per farsi una doccia calda e andare a riposare, era stanca morta e sognava solo di rilassarsi.

Ormai da un po’ di anni era rimasta sola, sua madre e suo padre avevano avuto un incidente d’auto dove avevano trovato la morte abbracciati uno all’altra.

Mentre era assorta nei pensieri sentì dei passi dietro di se, terrorizzata si girò di scatto già con la mano nella borsetta pronta a spruzzare il micidiale spray autodifesa.

Le apparve avanti un uomo distinto, carnagione molto chiara, di bell’aspetto “buonasera mademoiselle” disse con grazia, Barbara rispose educatamente “buonasera a lei” non sapendo come comportarsi in una tale occasione pensò che forse era meglio non indispettirlo.

“Aspetta da tanto?” continuò lo sconosciuto “no, però il pullman dovrebbe passare a momenti” rispose.

Che strano tipo, sembrava uscito da un quadro dell’800, mantello nero, cappello e scarpe lucide.

In quel momento passò il bus, Barbara fece segno di fermarsi e salì tirando un sospiro di sollievo.

Dal finestrino guardò la sagoma dello sconosciuto che si rimpiccioliva in lontananza, “proprio curioso, prima chiede quando passa la corsa e poi rimane a terra e non sale chissà perché” si domandò.

Arrivata a casa si mise sotto la doccia, appena chiuse gli occhi le apparve l’immagine di quell’uomo incontrato poco prima, l’aveva colpita, possibile che erano bastati pochi minuti per rimanerne coinvolta?

Il giorno dopo, finito il turno di lavoro, mentre si affrettava verso la fermata dell’autobus, senti dei passi dietro di lei, si girò e di nuovo quello sconosciuto che la guardava ipnotizzandola con due occhi incredibilmente profondi. Si sentiva ammaliata da lui, ma chi era e cosa voleva, nel frattempo aprì il suo mantello nero, l’abbracciò senza proferire parola e Barbara non si sottrasse a quella stretta.

Bisbigliando nell’orecchio le disse che era tornato per lei, che non aveva mai smesso di cercarla e finalmente l’aveva trovata e ora era pronto a portarla con se per l’eternità se anche lei lo desiderava.

Lo guardò incuriosita, forse si erano conosciuti e non ricordava, ma sicuramente sentiva che c’era qualcosa che li aveva uniti in passato. La pelle bianca brillava sotto la luce del lampione e i suoi denti, che strani quei denti, i canini erano così aguzzi da sembrare di un vampiro.

“Vieni via con me, sarai la mia regina, insieme regneremo nel mondo delle tenebre per l’eternità”.

Barbara lo guardò innamorata abbandonandosi nelle sue braccia gli offrì il collo come dono d’amore, sapendo che il suo bacio l’avrebbe per sempre legata a lui.

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