In aggiunta all'afa della sera c'era quella curiosità per il sentito dire di cosa accadeva durante quella notte di San Lorenzo, per cui si mise sul balcone con il naso per aria in attesa della meraviglia descritta di vedere una stella cadente.
La luce dei lampioni, delle insegne (praticamente assenti...) non erano diffuse come lo sono oggi, ai giorni nostri, l'unico inquinamento luminoso, era quello della luna che diffondendo quel suo alone d'argento mitigando la luce di quelle stelle che si trovavano al sorgere, sul suo cammino, dietro quelle colline a sud.
Già lo scenario che si presentava, bastava a se stesso, a creare meraviglia, la luna, con la sua luce disegnava i profili delle colline ad est, inoltre veniva rapito da quel silenzio, mentre i suoi occhi si facevano sempre più rapaci di nuove sensazioni, spaziando on quel mondo nascosto dalla sera.
Il mare a ponente sembrava cantasse al ritmo della sua battigia; un suono di pace, di serenità, ispirata dalla meraviglia di queste novità, lontane da quei giochi di tutti i giorni, scoprire nel crescere, vedere questi paesaggi, sotto un'altra luce, nel chiarore notturno, regalato dal riflesso della luna.
Nuova era la sensazione, inaspettata, fino allora mai vissuta; quella di sentire, i diversi profumi che lo circondavano, un semplice volgere dello sguardo e a levante veniva esalto il fresco sapore dei pini, mescolato a quello selvatico della macchia mediterranea; mentre volgendo lentamente il viso, verso la luna che continuava la sua ascesa, si trasformava in quello pungente del mare, che accompagnato al suo rumore, stordiva per la gioia che regalava.
Quel luccichio, regalato da quel pulsare di mille luci, punzecchiava la fantasia facendogli porre mille domande, dandogli contemporaneamente mille risposte; tutte piene di fantasmagorici colori, di scenari favolosi, tutti popolati da quei personaggi che solo la fantasia di un bimbo può creare.
Tanta era la suggestione che si era creata, che quando cadde la stella attraversando quel suo nuovo e fantastico mondo, da levante a ponente, la vide esplodere sulla superficie del mare, creando un'immensa luce che si propagò creando una sensazione tale, come se il mare si fosse trasformato in un'appendice del cielo.
Non una goccia si sollevò, non un'onda venne infranta, mentre quel punto di luce che era caduto dal firmamento, si espanse creando una cupola fluorescente di color opalino.
Luce, calore, chimica: questo accadeva, nasceva la vita.
Da quel magma luminescente erano nate due figure, le loro sembianze erano umane, giovanili, delicate i erano capelli bianchi; la loro consistenza era quella della luce: Psyce e Phantazia, i loro nomi.
Camminando sospesi sull'acqua, i due giovani fatti di luce, si avvicinarono al ragazzo, che improvvisamente ed inspiegabilmente, si ritrovava su una spiaggia, fatta di ciottoli, dove il mare faceva risuonare quelle pietre con lo scuotere delle sue onde, creando così un piacevole richiamo.
Arrivate difronte al ragazzo, le due eteree figure guardarono il ragazzo, lo guardarono con occhi pieni di bontà, occhi grandi, luminescenti, più della stessa luce che li componeva, una di loro si mosse verso il giovane con un gesto che accennava ad una carezza e con un sorriso, senza dire niente, lo presero per mano, ed in quell'attimo il ragazzo sentì fluire attraverso quelle mani, i reciproci pensieri, il reciproco sentire; quel gesto furono le loro parole.
I due corpi lucenti, iniziarono a turbinare intorno al giovane ragazzo, ritornando strisce di luce, e finché anche il ragazzo svanì, dissolvendosi quell'aspetto antropomorfo: Ora era parte dell'universo.
Fulgore, infinito, il tempo cessava di esistere con il suo andamento lineare e cadenzato, non scandiva più il susseguirsi dei giorni della vita, lampi di luce, brane; tutto ciò che lo circondava, pulsava, in un espandersi ed un restringersi del tempo e delle cose, così il ragazzo superavaogni confine.
Scenari si susseguivano, visioni di un passato, dove una natura verde ed incontaminata, si si specchiava su un mare azzurro e pervinca.
Correndo viveva, vestigia del passato, nella loro integrità non ancora manomesse dallo scorrere del tempo; personaggi ed eroi erano per un attimo suoi compagni di gioco.
Nello spazio di tempo pari al niente, veniva saettato nel futuro, dove solo l'immaginazione poteva accedere.
Immagini di nuovi mondi, simili a fantasie, correva felice in uno spazio, verso altre dimensioni, spaziava in quella solitudine che non angoscia, poiché tutto contiene e tutto comprende, là dove esistono solo colori che disegnano nuove prospettive, materializzandosi in una nuova crescita; quella d'imparare ad essere grato all'universo, allo spirito.
Questo è accaduto.
Ora quel ragazzo non siede più su quel balcone, ma continua a guardare il cielo, spaziando nell'universo con il pensiero, ancora stringe la criniera dei suoi sogni, leggendo avidamente la vita, adottando sempre i pensieri più felici.