Negli anni settanta, non c’ erano cellulari, computer, internet, social network, face book, linkelin, Netlog, Badoo, Sky: esistevano soltanto sguardi furtivi, parole non dette, baci rubati, sogni infranti, illusioni perdute…
Era l’ epoca in cui la parola d’ onore data a una persona valeva più di una firma su una cambiale in bianco.
I maschietti di Amardolce si concentravano nella lettura di Tex Willer, Topolino, L’ Uomo Ragno, Batman, Il Monello,L’ Intrepido, mentre le femminucce leggevano i famigerati fotoromanzi d’ amore.
Amelia e Rocco abitavano nello stesso paesello, frequentavano la stessa scuola, respiravano la stessa aria frizzante di montagna, accarezzavano gli stessi sogni, ed erano segretamente innamorati.
Nessuno sospettava del loro intrigo amoroso perché in realtà era soltanto platonico. Soltanto una volta, Rocco riuscì ad accarezzarle la mano, durante una processione, e Amelia arrossì come un peperoncino per la vergogna.
All’ uscita nelle sale cinematografiche del film Malizia di Salvatore Samperi, gli spettatori del paese si resero conto della straordinaria somiglianza tra Laura Antonelli e Amelia.
La cosa, all’ inizio, fece piacere alla ragazza, data la conclamata avvenenza dell’ attrice, ma, con il passar del tempo, tale somiglianza cominciò a darle enormemente fastidio, perché era diventata improvvisamente l’ icona erotica di una moltitudine di giovanotti che scalpitavano davanti a lei come puledri impazziti.
Durante le onoranze funebri di un lontano parente, deceduto alla veneranda età di cento anni, sentì addirittura la mano morta di un arzillo vecchietto sul sedere.
I due giovani innamorati si scrivevano lettere d’ amore infuocate che venivano lette furtivamente e poi immediatamente distrutte perché gli amori giovanili di quegli anni erano legati a una cultura adolescenziale diversa.
Quando qualche studente dell’ istituto si avvicinava ad Amelia, Rocco faceva finta di niente, ma era pazzo di gelosia, pur sapendo che la sua ragazza gli era fedele.
A scuola, addirittura, non osava neanche guardarla per pudore e, soprattutto, per non svelare pubblicamente i suoi sentimenti.
Poi, appena Amelia compì diciotto anni, si fidanzarono ufficialmente.
Era usanza aspettare la maggior età per ufficializzare apertamente il fidanzamento, discutere della dote da dare alla futura sposa e, soprattutto, scambiarsi gli anelli di fidanzamento.
A dire il vero, cambiò poco nella vita di Amelia perché, essendo donna, doveva sottostare a delle rigide regole familiari che le precludevano qualsiasi contatto amoroso con il ragazzo di cui era molto innamorata.
Tuttavia, avendo superato entrambi l’ esame di maturità con voti eccellenti, e nell’ attesa del giorno del matrimonio, la cui data era stata fissata precedentemente, i genitori di Amelia allentarono le redini e, a volte, chiudevano un occhio quando i due fidanzatini s’ incontravano di nascosto alla Pineta, per scambiarsi qualche bacio.
Intere generazioni di giovani coppie amardolcesi avevano pomiciato e si erano scambiati il primo bacio giurandosi eterno amore nella Pineta che si trovava proprio alla fine de “ la strada degli innamorati”.
La Pineta, dove Amelia e Rocco sognavano segretamente di consumare il proprio amore in anticipo, era situata in un posto, così ben mimetizzato tra il fogliame degli alberi, che per uscire con la macchina si doveva ingranare la retromarcia e fare molta attenzione perché, di solito, si spegnevano i fari per non dare nell’ occhio.
Mancava un mese alla data del matrimonio, quando i futuri sposi colsero al volo un’ occasione irripetibile: i genitori di entrambi erano andati a mangiare una pizza insieme, per discutere gli ultimi dettagli della cerimonia nuziale, e sarebbero tornati tardi, per cui avevano almeno due ore per stare un po’ insieme.
Rocco era così emozionato di poter abbracciare Amelia, senza sentirsi osservato dall’ occhio vigile e impietoso della futura suocera, che non riusciva neanche a innestare la prima marcia.
Amelia aveva indossato il suo vestito più bello perché avevano deciso insieme, dopo qualche incertezza soprattutto da parte della ragazza, che quella sera avrebbero finalmente fatto l’ amore.
In prossimità dell’ agognato nido d’ amore, Rocco spense i fari della macchina e si addentrò lentamente nella Pineta, facendo molta attenzione a non graffiare la macchina del padre.
Dopo aver spento il motore, Rocco cominciò ad accarezzare i capelli di Amelia, la baciò appassionatamente, poi le toccò i seni e le gambe tornite con una dolcezza che la fece rabbrividire.
La ragazza si stava togliendo la maglietta, quando improvvisamente i fari abbaglianti di una macchina di grossa cilindrata li accecarono.
Tutto si svolse in pochi minuti: tre uomini, che indossavano una calza di nylon sul viso, scesero precipitosamente dall’ auto e bloccarono quella in cui si trovavano Amelia e Rocco.
Il primo uomo prese per il bavero Rocco e lo trascinò con forza fuori dalla macchina, gli sferrò un pugno sul muso, poi gli legò le mani dietro la schiena e gli tappò la bocca con del nastro adesivo.
Amelia rimase paralizzata dalla sorpresa, poi resasi conto di ciò che stava succedendo, cercò disperatamente di fuggire, ma appena aprì lo sportello si trovò di fronte al secondo uomo, di corporatura robusta, che la immobilizzò, la prese per i capelli, la trascinò fuori, le sferrò un montante che la fece svenire, e la buttò per terra, in mezzo ad un tappeto di foglie morte, proprio davanti al fidanzato che cercava inutilmente di liberarsi.
Il terzo uomo, che sembrava essere il capo banda, assistette impassibile alla scena fino al momento in cui la ragazza non perse i sensi, poi si avvicinò a lei, le sollevò la maglietta, le strappò il reggipetto, le sollevò la gonna, le strappò le mutandine, si abbassò i pantaloni e, con una violenza inaudita, la possedette sotto lo sguardo ebete degli altri due uomini mascherati.
Rocco chiuse gli occhi per non assistere alla brutale aggressione.
Appena l’ uomo ebbe finito di stuprare la ragazza, fece un cenno ai suoi loschi compari che, a turno, violentarono la ragazza.
L’ ultimo che abusò di lei, aspettò con perfidia che la ragazza riprendesse conoscenza, prima di sodomizzarla selvaggiamente sul tappeto di foglie insanguinate.
Qualche giorno dopo l’ aggressione, i tre uomini, appartenenti a famiglie bene, furono arrestati in un bar di un paese limitrofo, dove si vantavano di aver violentato Laura Antonelli.
Furono processati per direttissima, incarcerati ma rimessi in libertà un anno dopo per buona condotta.
Rocco e Amelia si sposarono, contro il parere ottuso dei genitori di Rocco, ebbero quattro figli e vissero insieme per tutta la vita, anche se quella violenza di gruppo aveva fatto traballare il loro forte legame d'amore.