All’ età di dodici anni, dopo un’ infanzia passata all’ ombra di un anonimo caseggiato di periferia, Deborah manifestò un forte disagio esistenziale che non le permetteva di essere spensierata come tutte le ragazze della sua età.
La causa del suo malessere psicologico, che le rendeva la vita un vero e proprio inferno in lei era nata la convinzione di essere brutta. Si guardava continuamente allo specchio e non si piaceva per niente.
A dire il vero, Deborah era veramente il classico brutto anatroccolo fino al giorno in cui, per ragioni imperscrutabili e misteriose della natura, si trasformò in un bellissimo cigno.
La metamorfosi avvenne all'improvviso, quando frequentava la prima classe di un istituto commerciale, dove fu bocciata per due volte e, nonostante avesse chiesto e ottenuto la triripetenza dal Collegio Docenti, dovette abbandonare definitivamente la scuola perché i suoi genitori, nel frattempo, si erano separati.
Suo padre andò a vivere in un’ altra città, con una donna molto più giovane di lui, e sua madre, esaurita e depressa, approfittò dell’ occasione per tornare a vivere dai suoi genitori.
Deborah rimase da sola in una città troppo grande per lei e cercò disperatamente un lavoro per pagare l’ affitto dell’ appartamento, le spese condominiali e le numerose bollette.
Trovò facilmente un impiego, grazie alla sua avvenenza fisica, in una pizzeria, dove lavorò come cameriera, ma fu licenziata dopo qualche settimana, perché rifiutò le avances del proprietario che voleva assolutamente portarsela a letto.
Essendo rimasta disoccupata, mandò centinaia di mail con allegato il suo striminzito curriculum- vitae a ditte di ogni genere, ma non riuscì a trovare niente. Passava delle intere giornate su internet a cercare un’ attività lavorativa che le permettesse di pagare almeno le bollette che arrivavano inesorabilmente nella sua cassetta postale.
Decise di trovare una soluzione al suo problema monetario, quando ricevette lo sfratto dal proprietario dell’ appartamento dove viveva dalla nascita.
L’ idea di cambiare radicalmente strategia le venne in mente quando vide casualmente degli annunci erotici pubblicati su un quotidiano.
La ragazza aveva aspettato per molto tempo il principe azzurro, ma dopo aver perso la verginità dopo una serata in discoteca, aveva abbandonato l’ idea di innamorarsi e, dopo avere scoperto che Daniele aveva voluto soltanto possederla fisicamente, aveva deciso di rimanere single. Molti ragazzi la corteggiavano, ma lei non voleva più impegnarsi con una storia effimera che l’ avrebbe fatta soltanto soffrire.
Attivò una casella postale usando un surname molto suggestivo: Kiara, the girl next door, allegando all’ annuncio alcune foto reali, dove il suo viso era stato oscurato, rendendolo praticamente irriconoscibile, un indirizzo mail e il costo delle prestazioni sessuali: 400 € a ora più il prezzo dell’ hotel, rigorosamente a quattro stelle.
Scelse volutamente l’Hotel Cielo, stupenda villa stile liberty, costruita alla fine dell’ Ottocento sul prestigioso lungolago del Lago Maggiore, dove una camera matrimoniale costava un occhio della testa.
Era un modo come un altro per selezionare a priori i clienti benestanti, i quali dovevano depositare su un numero dipostepay un acconto pari al 50% della prestazione sessuale.
L’ appuntamento sarebbe stato concordato e fissato soltanto dopo che Deborah avrebbe verificato l’ importo depositato sulla sua carta di credito prepagata.
Dopo qualche giorno, andò alla posta per verificare il suo estratto conto e rimase letteralmente stupita quando vide che dieci persone avevano effettuato il versamento richiesto. In concreto, Deborah era venuta in possesso di 4. 000 € ancora prima d’ entrare nel mondo della prostituzione vera e propria.
L’ appuntamento con il cliente, che aveva versato per primo l’ importo pattuito e chiesto esplicitamente se le foto pubblicato sul suo profilo fossero reali, fu fissato via mail all’Hotel Cielo alle ore 10. 00 della mattina di mercoledì, perché affermava di essere un uomo d’ affari e quindi aveva solo un “buco di un paio di ore per assaporare il bocconcino che aveva scovato per caso navigando su internet”.
Soltanto qualche ora prima dell’ incontro, veniva comunicato al cliente il numero di cellulare di Kiara, the girl next door; questi poteva telefonarle, con il numero visibile, per ovvi motivi di sicurezza, soltanto se l’ appuntamento, per un impedimento inaspettato, doveva essere annullato.
In quel caso, la donna si sarebbe trattenuta tutto l’ anticipo.
Deborah si preparò accuratamente all’ appuntamento: era molto nervosa perché era la prima volta che faceva l’ amore, con una persona sconosciuta, senza esserne innamorata, anche se l’ avrebbe fatto in cambio di una lauta ricompensa.
Passò dalla parrucchiera, dove chiese di essere pettinata come Valentina, con frangetta irriverente di colore nero corvino che copre parzialmente gli occhi, come aveva chiesto espressamente il cliente.
Scelse i suoi abiti più eleganti che potessero essere abbinati al taglio di capelli e, dopo essere passata alla profumeria più prestigiosa della città, si recò all’ appuntamento con il cuore in gola.
Era la prima volta che si recava in un albergo di classe, ma si sentiva sicura perché vestita elegantemente com’ era, era improbabile che qualcuno potesse riconoscerla.
La ragazza prese un taxi che la fece scendere proprio di fronte all’ hotel, diede una generosa mancia al tassista che non aveva mai smesso di levarle gli occhi di dosso, durante tutto il tragitto, e che la seguì con lo sguardo indagatore fino a quando non scomparve nella hall.
Le luci del soggiorno d'ingresso la fecero inizialmente entrare in uno stato di ebbrezza che la fece rabbrividire, poi vedendo il sorriso infido del maître d’ hôtel che la accolse alla reception, prese il coraggio a due mani e riacquistò quella naturalezza che aveva sempre contraddistinto la sua personalità.
Mentre Deborah stava cercando nella sua borsetta la carta d’ identità, una voce familiare la fece sobbalzare.
“Ciao, Deborah, come stai ? Così conciata, non ti stavo riconoscendo!”
Si girò bruscamente e vide suo padre vestito elegantemente, con un bicchiere di whisky in mano.
“Ho scelto quest’ albergo perché mi hanno detto che è il migliore della città”.
Il maître d’ hôtel fingeva di non ascoltare, ma non si perdeva una parola della conversazione.
“È vero, papa, è un hotel d’ eccellenza! E tu, come stai papà?”
Come risposta, l’ uomo fece delle buffe piroette, rovesciando quasi tutto il contenuto del bicchiere, e disse con una voce pastosa: “Ho un appuntamento con un’ amica che si chiama Kiara! ”
Deborah salutò il padre che si allontanò barcollando verso l’ ascensore e uscì frettolosamente dall’ albergo.
Deborah tornò a casa piangendo, cancellò definitivamente il suo profilo sul sito erotico e restituì il denaro che i dieci uomini avevano depositato anticipatamente sulla sua postepay.
Per una strana coincidenza del destino, tre giorni dopo lo scampato pericolo, la ragazza ricevette un’ interessante offerta di lavoro in Svizzera, dove si trasferì definitivamente e incontrò finalmente il suo principe azzurro.
Suo padre, un cinquantenne avvinazzato e fedifrago, che non aveva mai combinato niente di positivo per la sua famiglia e che aveva casualmente fissato un appuntamento erotico con Deborah, aveva involontariamente aiutato sua figlia a superare il momento più nero della sua vita, salvandola dalla prostituzione e dal facile guadagno.