Mia dolcissima compagna,
devo confessarti che è la prima volta che scrivo una lettera d’ amore.
Il motivo di questa grave inadempienza è dovuto al fatto che mi rimproveri di non essere capace d’ amare, di non riuscire a pronunciare quelle fatidiche «due parole magiche» che riescono a far germogliare anche in pieno inverno, l’ eterno fiore della passione.
L’ amore è un sentimento irrazionale che consiste nel sapersi donare, anima e corpo, alla persona che «odora i tuoi pensieri» con l’ ardore e l’ impeto di un eterno adolescente alla ricerca del sole, sepolto sotto le «sabbie mobili» della quotidianità.
L’ amore autentico, quello cantato dai sommi poeti, resiste alle intemperie del tempo ed è coronato anche dall’ accettazione reciproca delle rughe, che impreziosiscono i nostri occhi, spesso tristi e malinconici, diventando boccioli da coltivare segretamente, nel nostro giardino d’ inverno.
Il nostro amore, mia tenera compagna di tutta una vita, è come quei tizzoni dormienti che aspettano pazientemente, sotto la cenere tiepida, il respiro del vento per far sprigionare una fiamma in grado di riscaldare il corpo e l’ anima.
«Amarsi, come scrive Antoine de Saint- Exupé ry, non è guardarsi negli occhi ma guardare insieme nella stessa direzione».
A volte, gli avvenimenti che costellano la vita di una persona sono dettati da regole imperscrutabili e incomprensibili, ma la loro ineluttabilità dovrebbe farci riflettere e pensare di più al fatto che siamo soltanto «polvere nel vento».
Vorrei poter invecchiare con te affianco, specchiarmi quotidianamente nello splendore dei tuoi occhi, accarezzare i tuoi pensieri e diventare la tua ombra tremolante, quando ci prenderemo la mano per compiere, insieme, l’ ultimo tratto di strada che va incontro al tramonto.