In una calda sera d’ estate, in cui tutto sembra immobile, nel silenzio della mia stanza il pensiero va alla mia infanzia. Frammenti di memoria riappaiono alla mente, immagini e sensazioni che sembravano quasi dimenticate si riaffacciano vivide facendomi provare tanta nostalgia mista a tenerezza. Come dei flash rivivo il tempo dei giochi, della spensieratezza, ed in particolare mi soffermo nel ricordare quanto mi divertiva quando con le mie amiche improvvisavamo una bancarella sul marciapiede di fronte la tintoria di mia madre, di come mi piaceva avvicinarmi alla fermata dell’ autobus e attirare l’ attenzione di chi stava ad aspettare per proporgli quelle che io all’ epoca consideravo delle vere delizie: collane, bracciali fatti con la pasta colorata con i pastelli, di tanti colori diversi, giornalini ormai letti, riviste femminili di tendenza, qualche piccolo soprammobile di poco valore per i grandi ma non per noi che contavamo ogni singolo spicciolo per distribuirlo equamente. A volte per arricchire la bancarella mi capitava di frugare qualche cosa in casa ma puntualmente venivo scoperta. Ci tenevo molto a far bella figura con la mia bancarella, in effetti uno spirito intraprendente e socievole mi incoraggiava. La tintoria era un ottimo punto di ritrovo, così come era collocata, con quelle due scalette e l’ ampio spazio prima di giungere al marciapiede, ampio a sua volta, faceva sì che noi si potesse giocare a pallone o a nascondino o andare in bicicletta. Spesso io e le mie amiche venivamo riprese dai passanti perché disturbavamo ma noi noncuranti continuavamo il nostro gioco, forti della nostra unione che ci dava sicurezza. Ma la cosa più bella era che a un passo da me avevo la mia dolce mamma e il mio caro papà, anche se impegnati nel loro lavoro a me bastava quella vicinanza per rendermi felice. Spesso oltre a giocare andavo a dare una mano, mi piaceva sentirmi utile e mi dilettavo a spazzolare gli indumenti, raccoglierli nel cellophane ma anche stare alla cassa e scarabocchiare le ricevute. La tintoria aveva anche uno stanzino dietro dove a volte mi fermavo a studiare insieme a mia sorella e ci aiutavamo nel fare i compiti per il giorno dopo. Una certa vena artistica l’ ho avuta sin da bambina, (o forse tutti i bambini ce l’ hanno) ed anche io ricordo che adoravo cantare e ballare e approfittando del fatto che il negozio fosse vuoto improvvisavo un passo di danza o intonavo una tra le mie canzoni preferite (i mitici anni ’ 60 erano il mio cavallo di battaglia). Il bastone per raccogliere i panni stesi era il mio microfono preferito ed io leggiadra cantavo e ballavo felice fintanto non entrava qualcuno in negozio e solo allora timidamente mi ritraevo. Quanti ricordi, a volte mi sembra ieri di averli vissuti, eppure di anni ne sono passati. Ma il sapore di quell’ età è così dolce, è come il miele e riesce ad addolcire anche a distanza di tempo. Nonostante siano trascorsi diversi anni io continuo ad alimentare quell’ anima genuina, ho imparato ad apprezzarla e un poco alla volta ad amarla. Le mie amiche d’ infanzia le ho perse di vista, alcune le ho rincontrate per caso ed ogni volta devo dire è stata una grande emozione. Sarebbe bello riuscire a mantenere i rapporti anche a distanza di tanti anni ma spesso non succede, si alternano nella nostra esistenza volti che spesso sentiamo così vicini sin dal primo incontro ma che poi il ritmo incalzante di questo tempo non ci fa gustare appieno facendoceli perdere di vista. Ringraziamo il cuore e l’ anima che hanno l’ enorme potere di custodire un ricordo per sempre.