Era lì Stella, con quegli occhioni grandi, a soddisfare finalmente la sua curiosità.
Frugava dentro un vecchio baule, nella soffitta, tra i merletti ed i vecchi ricordi di sua madre.
Era piccola ancora, tutto intorno per lei era magico.
Sorrideva insieme ed Isabella ed Angela, inseparabili compagne di giochi. Con loro passava gran parte delle sue giornate.
Ridevano a crepapelle quando, Stella, indossato il sottogonna in pizzo dell'abito da sposa di mamma, inciampava e scompariva tra le frange.
Lei si sentiva una piccola fatina ed il bouquet di rose essiccate diventava, per questo, una magica bacchetta.
Si trasformava quella vecchia soffitta, come per incanto, in un grande salone colorato di luci.
Danzavano in girotondo mentre ogni cosa profumava di favola.
Un vecchio pendolo sulla parete, scandiva le ore, mentre volavano via le piccole paure.
Da una porta socchiusa in fondo alla soffitta, leggeri aliti di vento accarezzavano le loro tenere gote.
Ignare di ciò che stava per accadere, le piccole continuavano a sorridere fino a quando svanì, in un rumore assordante, ogni magia.
Spaventate e disorientate si abbracciarono, mentre parte del soffitto piano piano stava per cedere sotto i loro piedi.
Urla sovrumane arrivarono ad Anna e Roby, i genitori, che si precipitarono col cuore in gola
verso la soffitta; era successo quello che da tempo avevano temuto.
La casa era fatiscente, Roby l'aveva ereditata e non aveva avuto né il coraggio né la voglia di abbandonarla.
Avevano sempre proibito alla piccola di salire quelle scale ma è bastato un attimo, solo un attimo, perché potesse accadere un vero disastro.
Aperta la porta, le tre piccole, ancora vicine si tenevano per mano, il terrore si era impadronito dei loro volti.
Solo la voce rassicurante della mamma, le riportò alla calma.
Il pavimento, si era inclinato vicino al grosso baule ma reggeva ancora tuttavia, anche se lì accanto una piccola voragine si era aperta.
Con una calma non comune Anna incominciò, con voce sicura, a far riprendere fiato alle bambine, aiutandole a superare la paura, mentre Roby lanciava loro una corda per evitare che scivolassero nel vuoto.
Nel giro di qualche minuto, le piccole erano già in salvo e la casa abbandonata.
Mentre si allontanavano silenziosamente, Stella tremava e piangeva ancora a dirotto, si sentiva in colpa, perché la sua voglia di sognare era stata così tanta da averle fatto perdere il senso della realtà, non valutando il pericolo contro cui tante volte la mamma l'aveva messa in guardia ma per lei, la vita era solo un gioco. Per lei sognare era la vita, una vita che adesso doveva voltare pagina, lontana da quella casa che aveva tanto amato, sicura in cuor suo che non avrebbe mai più disobbedito.
Melina Licata