Qual è il senso della vita?
Trascorriamo giornate intere con questa domanda che ci frulla dentro la testa e la risposta sembra non arrivare mai. Poi ci si ferma un attimo, si guarda indietro, ed ecco, il nostro passato sta proiettando la sua ombra sul nostro futuro.
Tante sono state le persone che abbiamo incontrato, alcune sono rimaste, di altre nemmeno rammentiamo il nome, altre ancora purtroppo, se ne sono andate, lasciando un vuoto inestimabile, un vuoto che non riusciamo a colmare, che ci strazia senza concederci tregua.
Ed ecco allora che quella domanda risuona ancora più forte, e non ci da pace. Che significato ha tanto dolore? E’ forse questo il senso? La vita è dunque solo afflizione?
Credo ci sia un momento per ognuno di noi, in cui sia improcrastinabile scegliere: decidere se sia giusto seguire ancora una volta quei pensieri che ci portano a dover trovare un senso per ogni cosa, oppure lasciare che la vita faccia il suo corso, accettare, sperare, provare.
Ricordo di aver trascorso infinite notti in balia degl’ incubi, e altrettanti giorni in preda al panico, solo perché non avevo il coraggio di guardarmi allo specchio e vedere chi ero veramente, cosa volevo e cosa non volevo.
Ancora oggi non credo di averlo capito, e non so bene chi sono e cosa realmente desidero.
Ma so di sicuro cosa non voglio.
Vedo un capitolo della mia vita che sta per concludersi, quello delle notti insonni, quello dei tranquillanti per trovare la forza di affrontare le giornate. I giorni dei pianti disperati, del dolore che ti trascina nel buio. L’ apatia che regnava dentro ogni cosa che mi accadeva, il non vivere.
E so che sta iniziando un nuovo ciclo, quello della luce, della speranza, delle notti serene e dei giorni pieni di gioia. Non so davvero che ne sarà di me, cosa farò, dove andrò, chi si prenderà cura di me quando le mie ossa diventeranno fragili. Forse mi farà compagnia la solitudine fino al capolinea della mia esistenza, o magari lo scodinzolio di un tenero cagnolino allieterà i miei giorni, non lo so davvero. Di sicuro non sarà il pensiero di ciò che potrà o non potrà accadere a far cessare in me la voglia di vivere. Mai come in questo frangente la sento forte. Non so spiegare bene cosa sia successo, so solo che ha invaso ogni cellula del mio corpo, ed è stata una sensazione d’ indescrivibile bellezza.
Spero, dal più profondo del mio cuore, che altre persone possano avere la fortuna e il privilegio di provare quello che sto provando io in questo momento. Non so dare consigli su come poterci riuscire, non ne sarei in grado, ma credo fermamente che la felicità sia nel destino di ognuno di noi. Credo che tutto ciò che accade, accada per un motivo, che dentro ogni evento ci sia un significato preciso da ricercare. Il fatto di non riuscire a vederlo non significa che non sia presente. Significa soltanto che in questo momento non ci appare nitido dinanzi a noi. Per troppo tempo un’ infinità di emozioni hanno invaso me stessa in maniera quasi totalmente negativa. La rabbia, la delusione, il rimpianto, il dolore, era tutto troppo difficile, niente pareva avere un senso. E cosa ancor più grave avevo paura di tutto quello che sarebbe potuto scaturire da ogni mia decisione. Così non decidevo. Mi illudevo solo che qualcosa potesse succedere, magari indipendentemente dalla mia volontà, ma lo facevo nel modo sbagliato. Speravo, senza volermi prendere la responsabilità della mia felicità. Così ho compreso che se volevo tentare di conquistare una vita all’ insegna della gioia, dovevo cercare di cambiare senza il timore di ciò che si sarebbe potuto verificare. Perché così stavo solo male, lo stesso male che infliggevo a chi mi stava accanto, e dalla vita incassavo solo sofferenza e angosce.
Decidere non significa che la storia finisce con il “ E vissero tutti felici e contenti” delle favole, non so per quale strano caso del destino c’è sempre dolore, in ogni decisione presa o non presa. Ma quanto costa la felicità? E soprattutto siamo sicuri di voler morire per paura di vivere?
Poi si arriva a quel bivio, da li comprendi bene che le scelte possibili sono soltanto due, o vivi o muori. Abbiamo questa assoluta convinzione che sia la morte la madre di tutte le paure ma io credo che tutto sommato, la paura più grande sia proprio quella di vivere. E’ una grande responsabilità, perché se si vuole realmente attraversare la vita è necessario giungere tutti ad un'unica e fondamentale conclusione, quella di comprendere che il senso della vita, è la vita stessa.