Ebbene, diciamolo, l’impollinazione è dolce e diversa. Il replicarsi della vita negli umani non è spargere pollini al vento. Le graziose zampette, le fini proboscidi sono invadenti concreti mezzi, con cui si artigliano corpi. L’istinto vitale smuove umori, il sangue riempie i muscoli, il cuore pompa languori urgenti e insaziabili.
Anche gli animali seducono: le movenze languide, offerenti code alzate, sottomesse pance atterrate, quelle ad esempio dei gatti in amore. Ma anche gli animali hanno un limite: il no rabbioso, ringhiato della femmina che volge il capo.
Allora qual è lo sbaglio della donna, perché viene violentata, stuprata, uccisa? Per cosa?
Forse è arrivato il tempo di smettere lamentazioni, è il momento di cercare rimedi.
Emancipandosi la donna ha preteso, giustamente, diritto di voto e libertà vietate.
Però la più perfida e inutile, anzi dannosa libertà che si è presa, quella di sedurre come, con quali armi, e quando decide lei, ha il sapore amaro della vetrina: oggetto, arte, opera da ammirare in assenza di anima.
Plagio nascosto del voyerismo maschile, accettato sotto le false spoglie della libertà.
Povera manipolata e inutile vendetta sul maschio.
Nudità esposte, rotondità di mele al supermercato della vita, facendo retorica su traguardi femministi.
Facendo marcia indietro su valori morali, abbracciando la variabile etica laica, continuo divenire che li annulla. Rifiutando l’essenza stessa della femminilità, sbattuta qualche volta come spazzatura in cassonetti: i figli.
Ostentati come soprammobili, spolverati e lucidati con l’odoroso talco della polvere del superfluo, abiti firmati, i-pod, corsi di ogni tipo, ad eccetto di quelli davvero necessari: il rispetto per il mondo, la consapevolezza del bene e del male, il valore della vita umana. Corsi bloccati da assurde velleità di libertà laiche che rifiutano le radici stesse aggreganti le nazioni occidentali.
Figli che crescendo sentono istinti, senza avere freni ed esempi, senza razionalità né rimorsi.
Piccoli uomini, acqua che si alza nel rimirare lo splendore della luna e mano che colpisce, a volte uccide, perché non hanno avuto altro esempio se non quello di assolute egoistiche libertà, sbandierate, inneggiate, senza freni.
Libertà che abbraccia ogni possibile esperienza, assolvendo e giustificando il delitto dell’indifferenza; senza l’etica immobile che presenta i valori di sempre, quelli che distinguono la specie animale da quella umana.
Allora è tempo forse di cambiare, di riappropriarsi della vera essenza femminile: la capacità di accudire i figli, di forgiare uomini veri e non predatori. Solo così la donna, femmina, compagna, madre sarà rispettata, festeggiata tutti i giorni. Non solo l’8 marzo.