All'incrocio di sguardi, con me non avevo rimpianti; solo croste di gelo alle ali e vestale custodivo la fiamma nel cuore. Mi apparve nell'abbaglio, un vecchio fratello, un abbaglio che fu d'amore la sete, quando... mi sentii colpita alle spalle; mi tuffai con le mie ali di ghiaccio; come in un duello di simboli oscuri a noi conosciuti. Esagerai, tanto da far cadere il sarcasmo e persi le ali, ma di più persi la pace, di più, cancellai la mia storia, sconosciuta a quel mondo nuovo. Fù a quel punto che andai a riprendermi la mia vecchia corazza di dura lega; filosofia e fede che volevo ornata di pace.
Senza cercarla, senza volerla, la mia struttura si fece obelisco con vuoto dentro... e piansi, piansi perchè tra gli uccelli non potevo stare e volavo...farfalla a primavera nella musica del mio unico fiore.
Mi guardava la luna come lontano miraggio, nel buio mentre al balcone cantavo e l'amore nasceva; guardava il mio pianto che dell'umido suo si bagnava, nelle mani il rimpianto a piangere tra le stelle. Io guardavo la clessidra e pian piano divenni un granello di sabbia, che goccia a goccia la vita faceva scendere al cuore; aspettavo che il tempo scadesse, che la pena finisse. Un granello di sabbia in metamorfosi, dentro un cerchio di fuoco e presi a sassate la luna. Il sogno rimase appeso a quell'attimo primo e precipitai; precipitavo volando tra treni in partenza e aerei di ritorno, solcavo l'infinito e l'abisso profondo, dentro abbagli di luce negli occhi.
Oh fragile amore! La luna accesa mi confondeva le stelle. Fragile amore se il cuore non sà dove batte l'ala del vento; se non conosce la profondità del mare e non trova il cielo. Amore che non ha domande.
Il primo giorno notai che avevo i vestiti troppo leggeri, guardai l'orologio...
Il secondo...quel giorno la neve che avevo tolto alle ali, riapparve e mi spedì pacchetti regalo e ricordi; c'erano i miei voli tra i fiori, quadri d'autore con il volto dell'amore; il tempo di sorridere e un fiore mi gelò fra le mani. Ripresi il cappotto che da poco avevo indossato, in quel sentire l'inverno arrivare.
Il terzo giorno un profondo dolore mi incollò sul viso una smorfia, non potevo più piangere.
Pensai ancora, che si muore anche per nulla, che le cose accadono e non c'è una ragione, accade che impazzisce la vita, così come noi. Accade che il giorno finisce e inizia la notte, ma che anche questa ha il suo tempo per giungere a termine.
Cercai il mio maestro, lui che di me osserva l'uomo che a da venire; ricostruire è la regola, sempre,anche quando tutto è perduto.