Da bambina, spesso la notte non riusciva a dormire.
Sentiva i genitori parlare tra loro, nella camera accanto.
Litigavano, in toni moderati, consoni al loro fare e quel modo di parlare, la faceva idealmente sprofondare dentro il materasso del suo letto.
La mancanza di un legame verso sua sorella, che dormiva nella stessa stanza, le ricordava la carenza di un contatto che avrebbe potuto darle, forse, sollievo.
Subentrava l'ansia, il voler ascoltare ogni sibilo proferisse da quella stanza, oltre il buio, della sua casa d'infanzia.
Dopo ogni litigio notturno, i genitori non si parlavano per uno o più dei giorni successivi.
Il dialogo tra loro due riprendeva in tempi, che ad una bambina, sembravano infiniti.
Il trascorrere di quelle giornate, vedendo il padre con la faccia cupa e la madre piangere di nascosto, la induceva ad essere apatica. Non era attratta da nulla, se non dall'invidiare la vita di alcune persone che frequentava e che le sembravano, almeno in apparenza, felici.
In quella fase dell'infanzia, l'unico amore che aveva in mente era quello genitoriale e quello che aveva idealizzato potesse esistere tra due persone di sesso diverso.
Riteneva sua madre, la principale causa degli screzi coniugali.
Nella sua visione, c'era quella donna poco partecipe della vita ed alla quale non voleva somigliare.
Oltre ad avere genitori che non andavano daccordo e aver sentito la madre lamentarsi di avere sposato il padre, aveva una sorella che si beffava di lei, privandola di affetto ed amicizia.
La mattina a colazione, nessuno parlava intorno a quel tavolo in cucina, dove lei detestava ciascuno dei commensali per i rumori fastidiosi che provocava la loro masticazione.
Alla sera, la cena era più animata, ma spesso solo da discussioni, per motivi anche futili.
La scuola la teneva impegnata, anche se le difficoltà nello studio facevano calare la propria auto- stima.
Quando si rese conto che, papà usciva di casa di proposito, per non restare con lei, mamma e la sorella, si sentì parte di quelle colpe che aveva sin'allora riservato alla madre. Senza alcuna solidarietà con lei, iniziò a detestare anche papà e quelle telefonate in cui mamma doveva cercarlo quando non rientrava a casa.
Aveva vissuto un momento molto lontano nella vita, in cui la madre aveva i capelli neri e lucidi, di media lunghezza e tirati indietro con un cerchietto.
Aveva il ricordo di lei e papà che si baciavano ad ogni occasione. Anche senza motivo, papà chiedeva a mamma - dammi un bacio - così, davanti a tutti.
Si domandava perché ad un certo punto tutto fosse cambiato, il loro aspetto fisico, soprattutto quello di mamma, coi capelli più corti, con quelle ondulazioni e quel colore castano rosso.
Si chiedeva se il padre avesse un'altra donna. Tante piccole evenienze potevano confermare il sospetto.
Tanti anni dopo, ebbe modo di innamorarsi, sposando un uomo che ebbe modo di tradìre più volte. Eppure fu felice con lui, senza mai pensare di lasciarlo.
Vi furono anni durante il matrimonio, nei quali lei ed il marito litigarono violentemente senza mai separarsi.
Allo scoprire di una relazione che durava da anni tra suo marito ed un'altra donna, che peraltro conosceva, cadde in una depressione profonda.
Sua madre già anziana, l'aiutò molto, si occupò del bambino, che lei ed il marito coinvolti dalle loro traversie, involontariamente trascuravano.
Si commosse, il giorno in cui ricevette un regalo da sua madre, per una ricorrenza che neppure ricordava più e che la fece sorridere, quella del suo onomastico.
Un messaggio per lei, in una fase cruciale della propria vita, di solidarietà tra donne, che si guardavano finalmente negli occhi.