Ma riassalendola il ricordo della bellezza, ringioisce. Cosí sovrapponendosi questi due sentimenti, l’ anima se ne sta smarrita per la stranezza della sua condizione e, non sapendo che fare, smania e fuor di sé non trova sonno di notte né riposo di giorno, ma corre anela là dove spera di poter rimirare colui che possiede la bellezza. E appena l’ ha riguardato, invasa dall’ onda del desiderio amoroso, le si sciolgono i canali ostruiti: essa prende respiro, si riposa delle trafitture e degli affanni, e di nuovo gode, per il momento almeno, questo soavissimo piacere. Ed è cosí che non si staccherebbe mai dalla bellezza e che la tiene cara piú di tutte; anzi si smemora della madre, dei fratelli e di tutti gli amici, e se il patrimonio rovina perché l’ ha abbandonato, non gliene importa nulla, e, messe da parte norme e convenienze delle quali prima si adornava, è prona ad ogni schiavitú e a dormire in qualunque posto le si permetta, il piú vicino possibile al suo caro. Perché, oltre a venerare colui che possiede bellezza, ha scoperto in lui l’ unico medico dei suoi dolorosi affanni. Questo patimento dell’ anima, mio bell’ amico a cui sto parlando, è ciò che gli uomini chiamano amore; ma quando ti dirò come lo chiamano gli dè i, forse sorriderai, data la tua giovinezza.
Da “ L'idea del Bello e la dialettica dell'amore” (Il Fedro di Platone)
In questo brano così attuale viene descritta l'azione straordinaria che l'idea del Bello ha sulle cose, il suo essere “ la più percepibile dei sensi” e l'effetto che essa produce sui corrotti e sui puri.
Su questi ultimi la bellezza genera quel tipo di innamoramento che fa volare l'anima sempre più in alto (Il mito della biga alata) nel candore della luce (illuminato ambito dell'idea e degli ideali), partendo dal GRIGIORE della materia attraverso lo SPLENDORE e il BAGLIORE del sole nel cui nucleo si cela il FULGORE e il CANDORE della vera Luce ” Scala dei fantasmi con il gradiente di luminosità”, ispirata dall'altra intramontabile scrittura “ Il mito della caverna” di Platone, sempre attuale e da rispolverare per migliorare l'umanità anche con l'amore platonico e un po' di fedeltà
(vedi caso Parolisi e della povera Melania, mia compaesana!).
Sulla sua “ biga alata” Parolisi, “ pessima auriga”, ha lasciato a briglia sciolta il cavallo nero (passioni infime del corpo) ed è precipitato rovinosamente a terra (mettendo da parte l'omicidio e il suo diabolico esecutore!).
Sarebbe, invece, davvero tanto costruttivo inculcare nelle menti sin dalle elementari questa bella
favola dell'anima, insegnando a lanciare a briglia sciolta il cavallo bianco (le passioni spirituali dell'anima) per cominciare sin da subito a volare verso il mondo delle idee e dei veri ideali della vita (amore- famiglia- figli).
Proprio dal fantastico mito della caverna ho elaborato “ la scala dei fantasmi con il gradiente di luminosità” alla luce della conoscenza:
Il corpo è il fantasma della materia
(Il grigiore del cogito)
Lo spirito è il fantasma del corpo
(Lo splendore della ragione)
L'anima è il fantasma dello spirito
(Il bagliore dell'intelletto)
La luce è il fantasma dell'anima
(Il fulgore della sapienza)
La verità è il fantasma della luce
(L'immacolato candore della contemplazione)
Grazie alla biga alata (lanciando a briglia sciolta il cavallo bianco), invece, ho scalato la conoscenza:
-1° grado- Cartesio (cogito)
-2° grado- Hegel (ragione)
-3° grado- Kant (intelletto)
-4° grado- San Paolo (sapienza)
a partire da Socrate (coscienza- nucleo), Platone (amore- citoplasma), Aristotele (mente- membrana esterna), radici della cellula primordiale o spirituale, presupposto della vera conoscenza.