Giordano Bruno, nella storia della filosofia, va menzionato per la sua illuminata filosofia (altro che eresia!) e come vittima della libertà del pensiero o libertà dell'anima (2° postulato di Kant).
Condannare al rogo Bruno è stato il più grave peccato commesso dalla Chiesa, che già con Lucrezio era stata molto severa (anche i Santi sbagliano e San Girolamo ne parla per screditarlo!), mentre al poeta- filosofo- scienziato (tra i più grandi della storia) spetta il merito di aver introdotto la ratio, da precursore del metodo scientifico, allo scopo di squarciare le tenebre della religio, intesa come superstizione e cieca obbedienza a tante teorie errate (bisognerà aspettare la rivoluzione copernicana per contraddire Aristotele, epicentro della filosofia, come Galeno lo era per la medicina).
Giordano Bruno con il suo universo infinito e identificando Dio con la natura, non si discosta dal vero, se l'Assoluto di per sé, già in tema di dialettica, comprende e contiene ogni cosa. La sua identificazione con la natura, inoltre, non è errata in riferimento all'uomo, strabiliante miscela spirito- materia, che compendia immanenza (coscienza) e trascendenza (pensiero), mettendo così d'accordo anche Sant'Agostino e San Tommaso, padri della chiesa.
Sul percorso scientifico- filosofico della mente umana:
neurone (sistema cerebrale)-pensiero (sinapsi)-Verità (Sistema Spirituale),
c'è da scalare la conoscenza (dal grigiore del cogito al fulgore della sapienza) per accedere così alla Luce dell'Assoluto, a noi invisibile per qualche artificio (velo di Maya o macula oculare?)
Cartesio, gran razionalista, sicuramente attinse anche da Bruno (dubbio cartesiano) e con la sua famosa frase “ cogito ergo sum”, presa di sana pianta da Parmenide (lo stesso è pensare e essere), divenne il padre della filosofia moderna.
Anche Bruno, pertanto, è una figura di rilievo della filosofia moderna e va considerato un martire della Chiesa, al pari di Santo Stefano e di San Giustino (1° giugno, nascita di mia madre), primo apologista cristiano e patrono dei filosofi, particolare che ho recentemente scoperto, compilando il mio incredibile “ puzzle fatale”.
E qui, come mio solito tra serio e faceto, tengo a precisare che Giordano Bruno da Nola è quasi mio compaesano (sono di Sant'Anastasia a meno di 10 Km) e se Venezia fu una tappa per lui fatale (il patrizio Mocenigo lo fece arrestare), adesso spero tanto che Rossovenexiano (sito letterario dove scrivo) colmi questa grave... laguna facendo pubblicità alla mia filosofia spicciola, ma sicuramente incisiva e alla portata di tutti perché molto schematica.
Sempre scherzando con l'esaltazione (solo in famiglia non mi sopportano più, ma nemo profeta in familia!), da tempo mi autodefinisco il novello Platone, avendo aggiornato ai tempi moderni i suoi miti più famosi.
E così “ la biga alata”, di questi tempi, è diventata “ la rossa monoposto” pilotata dalla mente, alimentata dall'amore e illuminata dalla coscienza (naturalmente è l'anima nella sua triplice veste di pensiero, amore e coscienza), mentre il “ mito della caverna” l'ho trasformato nella “ scala dei fantasmi” (scala della conoscenza con il gradiente di luminosità!):
Il corpo è il fantasma della materia
(Il grigiore del cogito, esistenza passiva!)
Lo spirito è il fantasma del corpo
(Lo splendore della ragione)
L'anima è il fantasma dello spirito
(Il bagliore dell'intelletto)
La luce è il fantasma dell'anima
(Il fulgore della sapienza)
La verità è il fantasma della luce
(L'immacolato candore della contemplazione)
A questo punto se il grande Cartesio prese da Parmenide la sua famosa frase “ cogito ergo sum”, “ amo e sempre sarò”, invece, è solo mia e, da luminoso citoplasma, va a completare la triade dell'anima (la verità della cellula spirituale o primordiale) che, a immagine e somiglianza della Triade Divina (Verità-Padre, Amore- Figlio e Luce- Spirito Santo), senza ombra di dubbio, è triplice coscienza (vigile, consapevole e morale):
Cogito ergo sum-pensiero (membrana esterna)-certezza dell'esistenza all'istante e coscienza vigile
(CARTESIO)
Amo e sempre sarò-amore (citoplasma)-certezza dell'esistenza in eterno e coscienza consapevole
(PLATONE, la frase è di Maiello)
Gnothi sautò n-coscienza (nucleo)-certezza della verità dell'io profondo e coscienza morale
(SOCRATE)
Se Cartesio, infine, tra morale e medicina scrisse “ Le passioni dell'anima”, il sottoscritto, su questa tematica, ha già scritto: Il pilota, Striptease, I giochi, Le fantasie, Le perle, naturalmente tutte... dell'anima (questo natale c'è "La luce dell'anima"), mia innata fissazione, non certo campata in aria o meglio con la sua Luce Assoluta pervade ogni dove ed io ne so qualcosa perché sono di ritorno... dal paradiso (avevo per padre un angelo!) per le cure psichiche o dell'anima, altro che medicine o antidepressivi!