Avrebbe voluto nuotare nell'oceano immenso che aveva davanti. Non c'erano onde, una calma piatta che sembrava un lenzuolo d'acqua e argento.
Tutte le stelle della notte vi si erano tuffate dentro, danzando sulle increspature, sulle piccole pieghe in superficie.
Si lasciò andare come una foglia che s'immerge piano. Dalla spiaggia man mano, la corrente lo portò al largo. Il corpo nudo colore del miele, i suoi capelli corti biondo scuro. Si lasciò andare sui baci di una corrente che lo volle per sé anche solo per un istante. Gli arrivarono dapprima gli odori della terra, la sabbia bagnata, l'erba fresca, il profumo dei cespugli sulla riva. Poi sentì l'acre odore delle alghe che dal fondo gli giungevano alle narici. Aprì gli occhi e guardò la luna candida, così grande, intensa, maledettamente magnetica. Le sue mani sfiorarono il sesso che prese l'essenza del corallo.
Ogni tanto, il vento accarezzava le guance bagnate. Era delicato e sublime come l'alito delle rose nei giardini di una ninfa. Respirò a lungo quel profumo intenso, gonfiò il torace di profondità marine. Si dondolò nella schiuma salata, frizzantina sulla pelle. Sentì il canto delle stelle addosso, come sussurri silenziosi.
La luna lo guardò a lungo. Le sembrava così dolce il suo abbandono. Trasportato dall'ondeggiare lento dell'oceano enigmatico. Allungò una mano nascosta dietro ad un raggio bianco, lo toccò con la punta delle dita come un frutto succoso da assaporare lentamente.
Era diventata acqua la sua carne, acqua il suo sangue e le sue ossa. Galleggiava e sprofondava a ritmo dei battiti del cuore. Ascoltava le vibrazioni che venivano dal fondo, salendo sul suo corpo rilassato. Le raccoglieva dentro di sé come in uno scrigno prezioso, segreto.
La luce lunare illuminava tutto lo spazio circostante. Un velo di purezza con tutte le sfumature del bianco e dell'avorio lo avvolgeva dolcemente, facendo ruotare i suoi pensieri come sogni dorati e petali di sale.
Un delfino gli passò accanto, balzò per schizzarlo di giochi ed allegria. Gli nuotò passandogli da sotto, emergendo più in là continuando la sua rotta.
Era bello lasciarsi avvolgere da quel meraviglioso incanto. Ogni contorno svaniva dentro confini di sogno dilatati dal liquido oceanico che diluiva ogni cosa.
La notte diventava un tappeto volante su cui prendere il volo in un viaggio fantastico pieno d'emozioni. La luna allungò tutte e due le sue mani, lo prese e lo portò in alto, sempre più in alto attraverso l'etere, lo spazio il tempo. Lo portò a sé adagiandolo sul suo seno. Lo posò delicatamente su un letto di luce e cristalli. Un cuscino di morbide conchiglie raccolte dall'oceano, gli regalava sogni profondi e magici. Avvicino il suo viso divino a quello di lui per aspirarne l'odore, il tiepido respiro. Accarezzò il suo corpo con l'unguento delle stelle, per renderlo eternamente giovane e felice. Lo chiamò figlio, padre, amante. Lo coccolò di baci e tenerezza.
''Endimione
mio dolce amato
ho seguito le tue rinascite
seguendo i fili del destino.
Ti ho cercato
ti ho aspettato
aprendo i cancelli del tempo
ti ho ritrovato.
Non svaniranno i colori
della tua anima di miele.
Ne prenderò il profumo
per farne un cielo magnifico.
Del sapore delle tue labbra
darò fecondità ai frutti
affinchè l'eternità
conosca la bellezza del tuo cuore.
Mio Endimione
mio caro fiore
mio raro gioiello
che batte sul mio seno.
La notte è una magia
che avvolge i sogni più belli
li vivremo insieme
…....per sempre.....
…...eternamente.......
per sempre.
Distese su di lui il velo d'argento e della fresca rugiada ne fece perle e lacrime di gioia. Danzò davanti a lui con passione sciogliendo i suoi capelli come note d'arpa che incantano l'universo.
Scrisse il suo nome sulle comete curiose che gli passavano accanto, affinchè il cosmo intero sapesse del loro amore.
Nel giardino delle Esperidi, colse le mele dell'infinito, i pomi dell'eterna giovinezza dal succo d'ambrosia e idromele. Dalla costellazione del cigno prese le piume della felicità, ne fece ornamento sul loro letto d'amore.
La lira suonò le melodie arcane, mentre Sirio riscaldò le loro membra sudate d'amplessi e desiderio.
Chiamò a sé le Pleiadi, le antiche sette sorelle ed il cacciatore Orione per renderli testimoni di una gioia così grande. Chiamò la rosea Aurora per portare sulla terra la poesia dei loro baci.
Il silenzio della sua anima spazzo via la solitudine di milioni di anni ed al suo posto vennero le fate a tessere la tela del firmamento.
Mentre l'oceano ondeggiava lentamente, un'onda bagnò i vestiti di lui abbandonati sulla spiaggia. Qualcuno passò di lì e vedendoli pensò che fossero caduti dallo zaino di uno sconosciuto viaggiatore. Il giorno cancellò le tracce, i segni sulla sabbia e nessuno mai seppe........ di chi s'innamorò la luna.