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Sardegna, fine dell'Ottocento.
Cosima, figlia di un bandito ucciso in un'imboscata da altri banditi e sorella di un ricercato aveva vissuto gli ultimi anni della sua giovane vita alla ricerca della vendetta. Non voleva sottrarsi alla Balentìa che da sempre vigeva tra quelle genti e in quella società. Doveva solo essere sicura di chi fosse stato il responsabile della morte del padre per passare alla sua vendetta che doveva essere efferata e lasciare altre vedove e orfani. Finora non era riuscita a scoprire il colpevole. C' era molta omertà e non era facile scoprire la verità. Anche i carabinieri erano a un punto morto nelle ricerche ma a lei questo non importava, non era la loro giustizia che cercava. Toccava a lei ristabilire le cose, toccava a lei fare giustizia ora che il fratello era finito in prigione. E poi egli non aveva la stessa fredda e cinica determinazione della sorella. Un giorno si seppe che Borore Veracchi era stato a chiamare il medico e il parrocco perchè si era sentito male e aveva mala coscienza. Una vicina che era seduta presso le parenti del malato aveva l'udito molto fine e sentì quel che a Cosima premeva sapere da tanto tempo. In piena notte si vestì di nero, nascose sa scupetta sotto una lunga mantella e si recò dall'infermo. In camera non c' era nessuno e Borore dormiva, ma si svegliò alle prime parole che la donna pronunciò." Svegliati Borore, non è da traditori morire di malattia. Hai ucciso mio padre e ora io con mio diritto di figlia ti ucciderò senza pietà". Dette queste parole sparò due colpi a bruciapelo su Borore e lo uccise. Rimise sa scupetta ancora fumante sotto la lunga mantella e aiutata dal buio ritornò a casa finalmente liberata dal suo fardello. Il giorno dopo si presentò la polizia per sottoporla a interrogatorio ma essa negò tutto, del resto nessuno la aveva vista e alla vedova non conveniva parlare perchè si sarebbe saputo che il marito era stato un assassino. Dopo l'accaduto Cosima riprese a vivere normalmente, si sposò, ebbe dei figli e non si pentì mai del suo gesto. Per fortuna queste cose non accadono quasi più se non in qualche paesino della Barbagia e spetta alla polizia occuparsi della giustizia. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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