Camminavano, mano nella mano, in silenzio. Ad ogni passo una polvere sottile e insidiosa, sollevandosi da terra in una nube rossastra, ricopriva i loro calzari colorando le nude dita dei piedi della calda intensità del sole.
Il momento era ormai prossimo, lo sapevano entrambe: sapevano che nulla sarebbe più stato come prima, sapevano che tutto ciò a cui erano abituati sarebbe cambiato, che la vita per come l’avevano vissuta fino a quel momento avrebbe mutato il suo più profondo significato.
“ Di che ti preoccupi Myriam?” – chiese Jeshua all’improvviso vedendo che il viso di lei era teso nello sforzo di reggere un carico troppo pesante per una donna soltanto.
Ma Myriam era diversa, la sua forza d’animo andava oltre le umane possibilità, tuttavia, quella che suo malgrado manifestava, non era preoccupazione per sé, sapeva che Lui non l’avrebbe mai lasciata da sola. Myriam non aveva paura della solitudine, almeno non della sua: i suoi figli però, come avrebbero reagito all’assenza del padre? Su quali pilastri avrebbero edificato il proprio Tempio interiore se la colonna portante non era fisicamente presente?
Alzando lo sguardo da quella terra rossastra che macchiava di sangue il candore di quei pensieri, gli occhi di Myriam si posarono dentro quelli di Jeshua, che nel leggerli rispose: - “Non temere perché io Sono in voi e lo sarò sempre. Non andrò troppo distante da quelli che saranno i vostri sogni e qualsiasi direzione prenderanno le vostre strade, i vostri progressi così come i vostri smarrimenti, saranno pieni di me.”
Myriam non parlava, ma le sue orecchie erano calamitate sulle labbra del suo Sposo.
“Lo vedi quel bruco? Ebbene, torna domani e dimmi se ancora lo riconosci. Domani non troverai che le sue spoglie, perché quello che di lui ha esaurito il proprio compito è chiamato a servire altrove; cionondimeno la sua evoluzione ha operato in lui quella metamorfosi necessaria a che ciò per cui era nato potesse giungere a compimento.
In Verità ti dico, guardami bene, Amore, perché tra non molto, non mi riconoscerai più. Ma la Parola con la quale ti prometto un Nuovo ritorno, sia per te il Fuoco che alimenta le tue certezze.
Myriam, ascoltami, tu non sei nata per soffrire, nessuno lo è!
Vai e insegna questo! Insegna a trasformare il dolore nella Gioia, il grigiore della tristezza nel raggio di un sorriso splendente, il piombo dell’ignoranza nell’oro sfavillante della conoscenza.
Amore mio, va e mostra come operare la metamorfosi; sii l’esempio Vivente attraverso il quale le donne si riconosceranno nella Madre, le madri nella Figlia e le generazioni nella Messaggera.
In questo preciso istante, osservandoti, mi accorgo che non sei la stessa Myriam che poc’anzi mi ha riempito il cuore delle sue lacrime, ora riesco nuovamente a distinguere in te la Luce che i tuoi dubbi avevano spento.
Ti Amo Amore mio, Ti Amo di quell’Amore che appartiene al Creato perché Frutto di quel bacio con il quale il Creatore ha suggellato la sua promessa di redenzione alla Creazione ”