Ti siedi su quella panchina solitaria e ti domandi quante stanchezze abbiano riposato i loro silenzi sulla sua taciturna compagnia.
Chiudi gli occhi e la senti mentre ti racconta di quei giovani fidanzati che l’ hanno avidamente cercata per scambiarsi il primo timido bacio. La ascolti mentre sospira malinconica, dondolando il suo cigolio ad ogni minimo spostamento, mostrandoti lamentosa, il cedimento provocato da una banda di teppisti che se ne sono serviti come trampolino di fuga. La leggi mentre ne scorri le incisioni con le dita, trovando in quei graffiti la storia di uno sventurato poveretto che, non avendo altro posto per dormire, ha fatto della sua seduta il proprio giaciglio di fortuna.
Quante generazioni se ne sono servite facendo sostare un attimo di tempo a cavallo tra passato e futuro...
Quante primavere ha visto susseguirsi, aspettando fiduciosa che, l'estate successiva, il tornaconto di qualcuno non la sostituisse con qualche attrattiva più redditizia.
Quanti desideri ha nascosto in segreto abbracciandoli liberamente con la sua comodità e quanti sogni ha visto spezzarsi sotto il peso della sua apparente indifferenza.
Ma lei ascolta tutto, e vede tutti, nulla sfugge alla sua metodica osservazione.
Ormai conosce chi le si avvicina semplicemente dal tocco, dal suono della voce che ne percorre la schiena, dalla leggerezza dello sguardo che indugia sulle sue giunture arrugginite e quando da lontano giunge al suo orecchio il fischiettare del suo frequentatore abituale, il vento le spettina le foglie di dosso, preparandola a riceverlo con la più calorosa delle accoglienze.
... E tu sei lì che ti chiedi se tutti quelli che prima di te si sono seduti, abbiano notato quanto azzurro sia quel fazzoletto di cielo, se l'hanno percepito con la stessa intensità che ha affondato il tuo sguardo nel profondo, o se solo per il fatto che la felicità di saperti in quel posto che tanti, prima di te, hanno amato o semplicemente vissuto sentitamente, ha contribuito a rendere il cielo ancora più azzurro ai tuoi occhi.
Magari chi verrà dopo di te vedrà un'azzurrità ancora diversa, fatta anche del tuo contributo: un piccolo frammento di pigmentazione turchina che proviene direttamente dallo zaffiro del tuo cuore e che colora di immenso l'intimo raccoglimento di quella panchina.