Il movimento spirituale del pensiero, che fa riferimento ai film psicologici dell’orrore è riuscito a rappresentare, attraverso la qualità onirica dei suoi capolavori, la «rabbia distruttiva» e l’angoscia degli spettatori che sono vissuti negli anni in cui esso si è sviluppato cinematograficamente.
Nel periodo postbellico, durante la Repubblica di Weimar, appare sullo schermo, in netto contrasto con l’estetica dell’epoca, un modo nuovo di fare cinema. Le sue caratteristiche sono i componenti del cinema gotico in generale: mostri, castelli, fantasmi, vampiri…
Il cinema dell’orrore nasce da profonde tradizioni letterarie e quello tedesco, in particolare, dai racconti di Mary Shelley e John Polidori. L’entusiasmo per un genere così specifico è senz’altro dovuto alla reazione collettiva della popolazione germanica nei confronti del «dio-macchina» che annichilisce lo spirito dell’uomo e lo rende schiavo del progresso.
La pellicola che riesce a coagulare tale sentimento profondo è Il Gabinetto del Dottor Caligari di Robert Wiene del 1920. Il famoso slogan «Tu diventerai Caligari!», coniato espressamente dal produttore, anticipa, attraverso la sceneggiatura di Carl Mayer e Hans Janowitz, l’inquietante futuro dell’Europa e lo spettro del nazismo. La gestualità teatrale del sonnambulo Cesare diventa il «trait-d’union» tra la sottomissione dell’individuo verso le istituzioni dello stato (il dottor Caligari) ed il suo rifiuto.
La scenografia di questo film muto, straordinaria rappresentazione visiva dell’espressionismo tedesco, si mescola alla trama e si confonde con il profilo delle cose ed i movimenti degli attori: l’architettura diventa linguaggio codificato e le ombre, sapientemente disegnate a mano, riescono a comunicare ciò che il sonoro non sarebbe riuscito a trasmettere, neanche con l’ausilio degli artifizi elettronici.
Successivamente, altri film, come Metropolis (Fritz Lang, 1927), Frankenstein (James Wale, 1931) ed altri più recenti come L’esorcista (William Friedkin, 1973) e L’intervista col vampiro (Neil Jordan, 1994) non sono riusciti ed interpretare, con tanta intensità, il brivido che solo questa fiction ha saputo suscitare negli spettatori.