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Tronchetti di corallo

Biografie e Diari

Se dovessi analizzare il mio DNA sicuramente troverei minuscole particelle di brezza, piccolissimi cristalli di sale e qualche frammento di conchiglia, il motivo per il quale io amo così tanto questo fantasmagorico mondo marino, una parte affascinante della natura che mi coinvolge immensamente, al punto di desiderare fin da piccola di diventare un tronchetto di corallo pur di vivere nelle acque del mare. L’ amore verso il mare iniziai a percepirlo con moderazione e la pacatezza bambina immersa fra i sogni e i giochi delle bambole, e con la genuinità che contraddistingueva le bimbe del tempo passato. Ma parlare con le cose inanimate non è come parlare con il mare, esso penetra i pensieri, li cattura, a volte li trasforma, li conforta, li tollera, li dimentica, e quando tace li ama.

Così come una piccola fiammella si è insinuato dentro di me il mare, e mi accorgo quando lo guardo di sentirlo come una seconda pelle, a volte lo sento scivolare dentro il cuore come quando si legge un messaggio di pace e di speranza. Amo trattenermi con lui e guardarlo con gli occhi sognanti di bambina, come le prime volte, quando iniziai a prendere confidenza con le sue onde e mi lasciai cullare nei giorni caldi ed afosi di un lontanissimo agosto, sull’ acqua cobalto della scogliera di Capobrus. In questo tratto solitario di costa l’ atmosfera era decisamente desertica, qui il grecale aveva il suono della lira e l’ aria era pregna di un audace profumo di bergamotto con note speziate di narcisi zagare e del corposo gelsomino che impreziosivano il promontorio regalando a sazietà il loro degno profumo. Da qui si poteva vedere una parte dell’ Aspromonte che sembrava volesse spalancare la gola ed inghiottire il caldo e profumato silenzio della costa. Sembrava che volesse a volte rincorrere il mare con la spiaggia e aprire le braccia come un autentico malandrino per derubarla di uno spettacolo strepitoso che in alcuni periodi dell’ anno piombava va puntuale come un orologio svizzero su questo tratto di mare. Sul finire della primavera, minuscole tartarughe come piccolissimi confetti venivano fuori da gusci grigiastri come la sabbia e rimanevano per alcune ore in bilico a piccolissime dune fra i gusci altalenanti sotto i miei sguardi trafelati per lo stupore e l’ emozione . Ripescare oggi ricordi di quei posti, è come pescare i mitili da bambina da sopra gli scogli, con gli occhi plasmati a pelo d’ acqua, con le mani in alto come segno di trionfo ogni volta che raggiungevo l’ obiettivo e deponevo con grande entusiasmo la pesca del giorno dentro una reticella di patate.

Ma la mia fantasia comprimeva talmente forte il petto sulle dure pietre del mare, che mi faceva immaginare con gli occhi colmi di sale un fondale irresistibile e allo stesso tempo insolito per quei posti, restando per molte ore ad osservarlo incantata malgrado le urla strazianti di mia madre di cui ho soltanto uno sfocato ricordo, come un eco lontano di cui scorgevo solo i gesti inquietanti. Laggiù vedevo ciò che gli altri non sarebbero mai riusciti a vedere, colori che andavano dal rosso rubino all’ arancio pallido, al verde smeraldo fino al grigio platino delle piccolissime sardine. Ma il bello era che immaginavo anche forme inconsueti di pesci, simili a delle mascherine di carnevale e splendidi tronchetti di corallo in fila come fioroni e punte di corone che segnavano la via alla mia fantasia nel picco della sua produttività. In quei momenti si impossessava della mia mente rilegandola in insoliti e visionari scenari da far invidia anche a i più validi scrittori di romanzi di fantasia, ma quando la pesca finiva rimaneva l’ amarezza di lasciarmi alle spalle il mio incantevole mare. Ora lo ogni mattina lo guardo e vedo riflessa la mia immagine e come una carezza respiro il suo orizzonte che mi porto dietro dal nascere del giorno, fra le mille cose da fare, fra una stanza sterile e colma di documenti e lo tengo stretto al mio fianco fino sera, per racchiudermi nel silenzio della notte tra il suo canto. Questa è la mia libertà, la sento mentre scrivo e ascolto ciò che mi vorrebbe dire e cosa io vorrei fargli sentire: sono le stesse parole di sempre dentro gli spaghi dei miei desideri fra gli archetti di corallo che ho sempre immaginato sotto ai suoi fondali. Nonostante sappia che in questo spazio marino non esistono, io continuo a cercarli…. con la stessa pacatezza bambina per alimentare i miei sogni indissolubili e sempre a galla sui giorni che prendo tra le mani.


Caterina Zappia 29/02/2012 11:25 3 1237

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Nota dell'autore:
«Alla mia terra e al mio mare, infinite dimensioni di speranza!»

Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«Bellissima descrizione fatta di immagini vive e colorate. Le emozioni, i ricordi balzano e conquistano il lettore. e te lo dice una vecchia( fin da bambina!)"adoratrice" del mare. Per me è un elemento vitale e dico sempre ai miei figli che quando non desidererò più vederlo, sarò entrata nella depressione. Per ora (73 anni) vado, faccio lunghe nuotate e continuo a vivere con lui! Un abbraccio»
laura salvatori

«I profumi e i colori del mare descritti con penna elegante e scorrevole ma soprattutto con tanto amore. Mi sono lasciata trasportare da questa lettura piacevole e inebriante... un'emozione stupenda, complimenti all'autrice.»
Donatella Pezzino

«Uno stile incantevole, descrive il mare, soggetto ed oggetto di tutti i desideri della protagonista, amplificato dalla fanciullezza, periodo a cui fanno riferimento i ricordi del protagonista. Un collage di fantasia e stupore, colpisce il lettore di questo splendido sogno. Complimenti vivissimi, è stato emozionante leggerti.»
Mauro

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Bravissima Caterina, letta con immenso piacere! (Donatella Pezzino)



Caterina Zappia ha pubblicato in:

Libro di poesieSe tu mi dimentichi
Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2011, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori

Pagine: 208 - € 11
Anno: 2012 - ISBN: 9781471686214


Libri di poesia

Ritratto di Caterina Zappia:
Caterina Zappia
 I suoi 5 racconti

Il primo racconto pubblicato:
 
DIETRO LA COLLINA (Lembi di vita sul ramo della memoria) (18/11/2011)

L'ultimo racconto pubblicato:
 
Fumo nero (14/12/2012)

Il racconto più letto:
 
PROFUMO D’ORIGANO SELVATICO (Lembi di vita sul ramo della memoria) (01/12/2011, 1801 letture)


 Le poesie di Caterina Zappia

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