Anastasia uscì in veranda con la sua solita aria indifferente e l'andatura ciondolante tipica delle ragazze annoiate e prive di qualunque freno inibitorio.
Anastasia: '' Ciao,'' disse svogliatamente.'' Di chi è quel catorcio parcheggiato di fianco alla mia macchina? Chiese con tono tra lo scocciato e l'indifferente.
Annalisa: '' Mah.....me lo chiedevo anch'io!''
Edera: '' E' mia, ho noleggiato una macchina per i giorni che sono qui. E quella era la migliore che avevano da queste parti!'' Rispose con un tono tra il freddo e l'ironico.
Annalisa rimase a bocca aperta e non sapendo cosa dire disse.
Annalisa: '' Ma mia cara non c'era bisogno di noleggiare una macchina. Qui ne abbiamo quattro, potevi chiedercela ogni qualvolta di fosse servita in qualsiasi momento!'' Sottolineò con un sorrisino sinistro.
Edera: '' Vi ringrazio ma odio chiedere agli altri. Sono molto autonoma!''
Annalisa: '' Eh ho capito, ma spendere tutti quei soldi per il noleggio!''
Edera: '' Il Call Center paga bene. La ringrazio comunque per la disponibilità.'' Dicendo questo scese in giardino. '' Posso fare un giro nel parco?'' Chiese gentilmente.
Annalisa: '' Ma certo bambina mia. Vai dove vuoi, fai come se stessi a casa tua, te lo detto.''
Edera si allontanò lentamente.
Ornella: '' E' proprio una cafona, andare a noleggiarsi una macchina quando qui c'è ne quante ne vuole. Ma che roba! Che roba!!!
Annalisa: '' Ed è anche gnù cca. Le ho detto decine di volte che qui dentro può andare dove vuole e chiede ancora permesso per muoversi da qualche parte. Ma va la, terronaaaaaaa!''
Raccolse questi bei commenti alle sue spalle con le sue orecchie, e si mise a ridere divertita.
Anastasia: '' Quanto ancora rimarrà qui dentro …....quella? Ha un cattivo odore addosso. Secondo me non si lava? Guardate come si è conciata.........cosa si è messa addosso un lenzuolo avvolto intorno al corpo?'' Disse voltandole le spalle.
Ornella: '' Che cattivo gusto, che sciatteria! Di uno scialbo questa ragazza da far venire il latte alle ginocchia!''
Edera continuò a camminare nel parco girando tra cespugli e alberi fino a quando si ritrovò praticamente dietro la villa. Ad un tratto sentì dei gemiti soffocati. Si mise in ascolto per capire cos'erano e da dove venivano. Sembrava che quei sospiri e rantoli arrivassero da dentro una piccola costruzione di legno chiusa da tutti i lati. Una casetta degli attrezzi. Vi girò intorno togliendosi le scarpe per non far rumore e da una fessura in alto vide Malamo che agitava il braccio con la mano che andava avanti ed indietro vicino al suo basso ventre.
'' Hai capito il sant'uomo!'' Disse dentro di sé Edera.
Finita la perfomance, Malamo uscì dalla porticina in legno, chiuse accuratamente la porta con il lucchetto e mise la chiave con la testa rotonda, in tasca.
Edera si era nascosta dietro il tronco di una grossa quercia per non farsi vedere. Quando l'uomo se ne andò soddisfatto verso casa, Edera si avvicinò alla porta e togliendosi una forcina dai capelli, aprì il lucchetto e contemporaneamente anche la porta.
'' Curiosona,'' pensò tra sé.
Lasciò un attimo la porta aperta per far uscire le esalazioni dei bollori che avevano scosso le membra dell'uomo fino a fargli fare dei rantoli che non avevano molto dell'umano.
Dopo una decina di minuti, vi entrò dentro mettendosi un fazzolettino profumato davanti al naso.
Accese la lampadina interna all'abitacolo e diede un'occhiata in giro. Tutto sembrava nella norma se non fosse stato per un angolo di giornale che usciva fuori una cassetta di legno infilata sotto un ripiano basso dove vi erano appoggiati molti attrezzi da giardinaggio.
Tirò fuori la cassettina e vide una pila di giornali con copertine molto vistose che non lasciavano dubbi sul loro contenuto ''artistico.'' Ne prese uno e sfogliandolo vide delle scene di sesso molto esplicite tra uomini, soprattutto adolescenti. In quel momento caddero per terra, dall'interno del giornale una decina di foto polaroid. Vi era un ragazzo muscoloso, con la carnagione abbronzata, i muscoli ben in vista, vestito di poche pezze e da quelle si capiva che era un giardiniere, con atteggiamenti molto sensuali e dagli attributi ben in vista.
Curiosò anche tra pagine degli altri giornali e trovò centinaia di foto simili scaricate dai siti internet. Tutti ragazzi adolescenti, nudi e vistosamente eccitati.
'' Ah ma quelle cose lì no!!!! non capisco come si possano avere rapporti del genere!!! Noi stiamo bene così!!! Sisì come no! Queste invece cosa sono....santini per la benedizione degli attrezzi?'' Riguardò le polaroid e dietro una di queste c'era scritto un nome, Massimo.
Ne prese una che aveva una dedica dietro.
''Non dormo di notte pensando al tuo corpo.
Il tuo culo è la mia isola
dove amo sprofondare.
Tuo stallone infoiato,
Malamo''
Non riusciva più a fermarsi dal ridere ripensando a quella faccia da triglia che aveva parlato del suo Hermes con quei termini così negativi.
''Ma che gente perfida, stronza e senza un minimo di civiltà.''Disse a bassa voce.'' Ora ti faccio vedere io. Quando ne avro l'occasione ti faccio sprofondare io in una bella isola di merda.'' Concluse.
Uscì richiudendosi la porta alle spalle e rinchiudendo il lucchetto esattamente come prima.
''Le forcine sono santa cosa devo dire. Meno male che le hanno inventate.....sennò i capelli non avrebbero tenuto.......ne! Oh signùùùù r!''Disse facendo il verso.
Ritornò verso la parte centrale del parco, e risalì i gradini che portavano sulla veranda. Anastasia stava scendendo le scala.
Edera: '' Buongiorno,''la salutò.
Anastasia le passò accanto ignorandola.
''Oddio una pantegana sul selciato!'' Urlò Edera come se si fosse spaventata.
Anastasia cacciò un urlò saltando tre gradini indietro.
''Dov'è,'' disse con gli occhi sbarrati guardando verso Edera.
''E' andata via, l'hai fatta spaventare,'' disse Edera con un mezzo sorriso candido.
''Stronza,'' bofonchiò Anastasia sottovoce.
''Mai quanto te,'' le rispose di rimando affinchè la sentisse soltanto lei.
Anastasia si girò verso di lei guardandola con un odio avvelenato come se avesse voluto distruggerla con gli occhi.
Edera: '' Oh, un po' di polvere, sarà la cenere di qualcuno a cui gli sta rodendo il fegato,'' disse facendo finta di pulirsi un braccio.
Le altre non avevano sentito niente, erano intente a spettegolare di questa e di quello. Anastasia invece aveva sentito benissimo, avanzò come se niente fosse verso la sua vettura e facendo marcia indietro urtò visibilmente e rumorosamente sotto gli occhi di tutti quella di Edera.
''Anastasiaaaaaaa!!! Urlò Annalisa terrorizzata.
Edera le urlò dietro fingendo spavento:'' Guarda che quel catorcio lo devo portare indietro intatto come lo avevo preso, hai capito??? Ma che modi di guidare sono questi, chi le ha dato la patente a questa?'' Dissè l'ultima parte della frase rivolta verso Annalisa.
''Oh mia cara non ti preoccupare, se ci sono danni li paghiamo noi. Ma cosa le sarà venuto in mente benedetta figlia!'' Disse allarmata.
Anastasia si era portata dietro un pezzo del paraurti della macchina di Edera e aprendo il cancello, continuò a portarselo dietro anche sulla strada.
''Anastasiaaaaaaaaaaaaa!!!'' Le urlò dietro la madre
Era quello che voleva, darle hai nervi e farle fare danni. Edera andò verso la sua macchina.
Edera: '' Eh ma non so io! Ma che modi sono questi. Signora ma sua figlia ha dei problemi??? Eh ma la faccia a curare o la rinchiuda in qualche comunità allora, guardi qui che ha combinato! Tutta la fiancata rovinata e tre quarti di paraurti distrutto. Ma cos'è scema o orba questa deficiente.'' Sottolineò fingendo rabbia.''
''E' deficiente! Oltre che decerebrata.'' Rispose una voce maschile proveniente dal cancello aperto.
Su una moto di grossa cilindrata stava entrando Valentino il fratello più grande dei tre figli di Annalisa e Malamo. Aveva visto come era andato l'incidente ma non quello che si erano detto le due ragazze sui primi gradini davanti al selciato.
''Eh..... me n'ero accorta. Ora chiamo il meccanico e vi faccio mettere d'accordo col pagamento dei danni.'' Disse Edera salendo i gradini e andandosene dentro casa. Annalisa la seguì velocemente.
Annalisa: '' Edera, Edera ti prego aspetta! Lascia stare il meccanico lo chiamo io, tu non preoccuparti di niente paghiamo tutto noi!'' Disse ansiosa per paura che Edera andasse a denunciare l'accaduto alla polizia.
''Sarebbe il mimino come è il minimo che prenda la mia roba e me ne vada in albergo. Non ci resto un minuto di più con una malata mentale come quella tra i piedi!'' Le rispose simulando rabbia mentre se la rideva sotto i baffi.
Annalisa: '' Mia figlia non è una malata mentale!'' Replicò.
Edera: '' A no? E il fatto di andare apposta sulla macchina di un'altra persona senza alcun motivo come lo chiama lei.......INFERMITA' PSICHICA???''
Annalisa: '' Aspetta cara non c'è bisogno di arrabbiarsi così, noi pagheremo tutti i danni. Non c'è bisogno di andarsene in un albergo quando qui c'è spazio per tutti. Non succederà più, te lo prometto! Non succederà più niente di quello che è successo oggi.'' La rassicurò Annalisa.
Malamo entrò in sala e con tono rude disse.
Malamo: '' Se se ne vuole andare vada pure, qui stiamo bene anche senza di lei. Nessuno è indispensabile.'' Concluse.
Annalisa se ne stette zitta, tirandosi indietro. Edera fece finta di non averlo sentito, aveva altri piani nella testa e andarsene era ancora troppo presto. Entrò nella sua stanza e si chiuse a chiave dentro. Stava camminando verso il letto quando vide delle impronte di scarpe da uomo sul pavimento composto da assi di legno. Guardò più da vicino e vide della terra tra i quadratini delle impronte della suola che doveva essere in plastica. C'era anche un pezzettino di foglia secca ed il tutto era molto fresco.
Visto che Matteo dormiva ancora, Anastasia aveva le scarpe col tacco alto, Valentino doveva ancora entrare in casa e Annalisa aveva degli zoccoli di legno non poteva essere che Malamo ad essere entrato li dentro per curiosare. Guardo a pelo mettendosi con lo sguardo di sbieco sui ripiani e vide delle impronte di mani maschili intorno ai pomelli dei cassetti e sui ripiani scuri. Guardò nei cassetti e vide che i vestiti non erano proprio piegati e messi bene come li aveva lasciati lei. Aprì il cassetto della biancheria intima e guardando tra le sue cose notò che alcune mutandine e un reggiseno erano stati utilizzati per pulirsi il membro ancora sporco di sperma. Con una pinza prese quella roba e la mise in un sacchetto trasparente che di solito usava per metterci dentro i batuffoli di cotone dopo essersi tolto l'ombretto e la matita degli occhi.
Diede uno sguardo alla borsa e aprendola, notò che una mano ci aveva rovistato dentro. Il suo portafoglio era stato aperto e nel tentativo di richiuderlo si era staccato il cinturino di sicurezza. Si mise dei guanti di gomma trasparenti che trovò su una mensola del bagno e aprì il portafoglio. Sembrava tutto in ordine non mancava niente se non fosse stata per la sua carta di credito che era un po' più in fuori del dovuto dal vano dove la metteva sempre. La tirò fuori e mettendola di sbieco davanti agli occhi notò delle impronte di dita, impronte grandi di mani maschili. Quindi aveva curiosato anche nel portafoglio per vedere se avesse una o più carte di credito. Benissimo, durante la notte sarebbe scattato il piano A.
Qualcuno bussò alla porta. Era Matteo che si era svegliato e scendendo da basso era stato informato dell'accaduto ed aveva chiamato lui stesso il meccanico per farlo venire e prendere la macchina da riparare.
Matteo: '' Edera, posso entrare!''Chiese gentilmente.
Edera: '' Hai dei problemi mentali anche tu o sei normale?'' Chiese simulando un tono aspro.
Matteo: '' Scusaci Edera, non succederà più. Mia sorella ha un carattere di merda. E' una stronza, si crede di essere una dea in terra.'' Le rispose.'' Posso entrare?''
Edera nascose portafoglio e sacchetto con la biancheria sporca sotto il materasso.
Edera: ''Certo entra pure.'' Gli rispose.
Matteo entrò con lo sguardo baso e fisso.
Matteo: ''Sono venuto a scusarmi per mia sorella. Non devi preoccuparti di nulla, pagherò io stesso i danni della macchina.'' Disse apparentemente dispiaciuto, più per i soldi che dovevano uscirgli dal suo portafoglio che per l'azione commessa da sua sorella.
Edera: '' L'avevo noleggiata proprio stamattina per muovermi autonomamente senza dover chiedere favori a nessuno.'' Disse falsamente risentita.
Matteo: '' Ma non c'è nessun problema se chiedi la macchina a qualcuno di noi. Ti porto io dove vuoi, non ci sono problemi Edera!'' disse cordialmente.
Edera: ''Spero solo che me la aggiustino quanto prima. Che cosa incresciosa!!'' Disse stizzita.
Matteo: '' Non preoccuparti ho detto loro di fartela in giornata. I miei sono andati al lago. Io sto andando a Domodossola per fare delle commissioni, ti va di venire con me?''Le propose.
Edera: ''Scusami Matteo, sei un uomo molto gentile ma per il nervoso mi è venuto un gran mal di testa. Vorrei mettermi a letto e dormire fino a stasera. Fece finta di tirare fuori dalla borsa un sonnifero e di mandarlo giù con un po' d'acqua che aveva nella bottiglietta sul comodino.
Matteo: '' Ok allora ci vediamo dopo, io vado. Mi raccomando dormi bene e stai tranquilla. Ciao cara!'' Le disse dandole un bacio sulla fronte.
''Ciao a dopo,'' rispose Edera mettendosi comoda nel letto. Aveva notato che Matteo uscendo dalla porta aveva dimenticato i suoi occhiali scuri sulla scrivania della sua camera, sicuramente sarebbe ritornato a riprenderseli. Quale migliore occasione per fargli capire che stava dormendo come un sasso.
Infatti dopo neanche cinque minuti Matteo tornò su, bussò delicatamente chiedendo permesso per entrare mentre lei faceva finta di dormire russando rumorosamente. Matteo entrò di soppiatto come un gatto, prese gli occhiali e sgusciò via dalla stanza. Mentre camminava sul pianerottolo incontrò Valentino.'' Che sta facendo?'' Chiese quest'ultimo.
Matteo: '' Dorme come un sasso, la troia!''
Edera sentì tutto anche questa volta.
Valentino: ''Io vado a trovare il Dino Pallanza, non torno per pranzo.''
Matteo: '' Ok lo dirò alla mamma quando torno. Oggi è anche il giorno libero dei domestici e la cuoca non verrà perchè è da quella deficiente della figlia che è in ospedale a partorire un altro coglione come lei.'' Disse sarcastico.
''Ma che finezza, che animo tenero!'' Disse tre sé Edera nella sua camera.
Buttò nella tazza del cesso la pillola che aveva tolto dalla bocca non appena Matteo era uscito la prima volta e tirò lo scarico.
''Bene allora non c'era bisogno di aspettare la notte per il piano A.'' Pensò.
Aspettò che uscissero tutti quanti, si rivestì, prese la sua carta di credito con i guanti trasparenti e uscì sulla strada. Fece una passeggiata fino alla banca affiliata alla sua. Prelevò il massimo che riuscì a prendere e ritornò a casa.
Nel mentre stava nascondendo i soldi in un altro sacchettino chiudendolo ermeticamente e infilandolo nella confezione del suo shampoo, sentì delle voci al piano di sotto sul selciato. Si affacciò dietro le tende per non farsi scorgere e vide l'imprevisto. Malamo ed il ragazzone delle foto sulle polaroid si erano dati appuntamento a casa proprio perchè quel giorno non c'era nessuno li dentro. Credendo che anche Edera fosse andata con Matteo si era organizzato un incontro col suo amante ''la sua isola dove amava sprofondare.'' Ridendo con eccessiva ilarità neanche fossero ubriachi tutti e due si lasciavano andare a baci profondi e carezze spinte proprio sui gradini dell'abitazione ma comunque ben nascosti dalla vista di coloro che passavano al di là del cancello.
Massimo: '' Ma sei sicuro che in casa non ci sia nessuno? Chiese.
Malamo: '' Ma si, non ti preoccupare! Sono tutti via. Mia moglie l'ho lasciata con la Ornella e quelle bagasce delle sue amiche. Quella stronza di mia figlia e fuori con l'amoroso. Valentino è via, Matteo e la sua troia sono a Domodossola, la cuoca e dalla figlia che partorisce e le due domestiche hanno il giorno libero.'' Disse pieno di sé toccando il corpo dell'amante come se avesse i tentacoli di un polipo.
Intanto che loro si lasciavano andare a delle scene molto hard, Edera li riprendeva col suo telefonino ad alta risoluzione dalla finestra del bagno della camera di Anastasia che era praticamente di lato alla scena dei due tizzoni ardenti.
Da li si spostarono in sala come due scaricatori di porto che all'improvviso hanno scoperto una natura focosa a cui le donne sono assolutamente escluse.
Edera aprì lentamente la porta e mettendosi sul pianerottolo, sulla sala tra l'angolo e l'inferriata di legno della scala, li filmò nei momenti più infuocati della situazione amorosa. Il tutto durò un'oretta, poi andarono in bagno a rinnovare il trasporto sotto la doccia. Dopo di che si vestirono e uscendo di casa, ognuno se ne andò per direzioni diverse come se niente fosse successo.
Edera: '' Ma che famiglia movimentata! Tutti casa e chiesa proprio anzi direi che sono nati direttamente nell'acquasantiera!'' Disse ridendo come una matta.
Andò nella stanza di Matteo, scaricò il video dal telefonino sul pc acceso, prese le immagini più calde dove si vedevano bene i visi e ne stampò delle copie con la stampante al laser. Cancellò tutto dal pc avendo cura di salvare il video sia su un dischetto sia sul suo telefonino. Scese al piano di sotto col sacchettino degli indumenti sporchi, scrisse il codice pin della sua carta su un fogliettino non prima di aver indossato i guanti. Prese la sua carta di credito e andò verso la casetta degli attrezzi. Aprì con la stessa tecnica di prima, tirò fuori la cassetta dei giornali porno e vi mise dentro alcune copie delle immagini stampate poco prima. Vi mise dentro anche il sacchetto con le sua biancheria intima e la carta di credito con le impronte di Malamo. Sicuramente per oggi il porco non sarebbe passato da li, ormai si era scaricato bene i serbatoi del desiderio.
Mise tutto a posto e uscì avendo cura di chiudere e mettere il lucchetto chiuso esattamente nella posizione originaria.
'' Grande Madre....credo che impareranno a bestemmiare non solo in verbanese ma anche in cinese, turkish, arabo e perchè no.....anche in toscano!!!'' Disse ridendosela di gusto.''Pensano di essere dei furbi parlando malissimo degli altri? Pensano davvero di fare gli strafighi buttando merda a più non posso? Vedremo!''
Prese la sua borsa e la portò giù in sala lasciandola semiaperta.
Erano già le 15: 00 del pomeriggio, si mise a letto e dormicchiò un po' dopo aver mangiato un panino giù in cucina.
Verso le 17: 00 sentì arrivare qualcuno con la macchina. Era Matteo e contemporaneamente anche Valentino e Anastasia, una con la sua macchina e l'altro con la moto.
Parcheggiarono ed entrarono in casa tutti quanti. Senti Valentino parlare con Anastasia.
Valentino: '' Ti conviene andare di sopra e chiederle scusa per il tuo comportamento e per averle distrutto la macchina. Potrebbe denunciarti lo sai?''
Anastasia: '' Io chiedere scusa a quell'animale? Hahahaha lei non è una verbanese, lei non è come noi! Stai scherzando, neanche se mi togliessero la pelle di dosso.'' Gli rispose continuando a salire la scala che portava alle stanze superiori.
Matteo: '' Be credo che quando arriverà il conto del meccanico, la pelle ti cadrà da sola perchè hai fatto un danno di 2000, 00 euro e lo pagherai tu mia cara stupida e deficiente sorellina!''
Anastasia: '' Lo pagherà la mamma!''
''Col cazzo che lo pagherà la mamma!'' Disse Annalisa che era arrivata anche lei in quel momento ed era entrata in casa sentendo la conversazione.
Matteo: '' Ha dimenticato la borsa aperta di sotto, l'ha lasciata su una delle poltrone, quella scema!''Riferendosi ad Edera.
Anastasia: '' Ci cagherei dentro con tutto il cuore.''
Annalisa: '' Hai voluto fare la stronza.....ed ora son cazzi tuoi decerebrata!!! Le disse di rimando.
Anastasia: '' Siete dei pezzi di merda, una famiglia di grossi pezzi di merda.''
Matteo: '' Si ma dei pezzi di merda che non vanno addosso alle macchine degli altri soprattutto se sono in casa propria e con persone che non conoscono affatto.'' Le rispose alzando la voce.
Valentino: '' Vi conviene abbassare il tono della vostra conversazione, la bastarda si potrebbe svegliare.''
Anastasia: '' Ah perchè è in casa?'' Chiese stupita.
Matteo: '' Si aveva mal di testa e ha preso delle compresse di sonniferi mettendosi a letto.''
Annalisa: '' Spero che abbia trangugiato tutta la confezione almeno!''
Matteo: '' Magari! Ne è bastato uno per stenderla KO. Quando siamo usciti stava russando come un trattore.''
Anastasia: '' Quella stronza mi ha offesa! Ve lo anche raccontato quello che mi ha detto.'' Disse rabbiosa.
Annalisa: '' E tu dovevi far finta di non averla sentita. Cosa cazzo vai a rispondere in quel modo andandogli addosso con la macchina? Tanto quella è nata offesa, la natura stessa l'ha offesa mettendola al mondo.''
Salirono tutti e tre sul piano superiore e si fermarono dietro la porta di Edera. La sentirono russare forte.
Anastasia: '' La sentite! E chi la sveglia quella! Neanche la piena quando scende dall'orrido di Sant' Anna fa tutto questo rumore.''
Aprirono lentamente la porta e la videro distesa sul letto che dava loro la schiena mentre dormiva profondamente.
Matteo: '' Cazzo è da stamattina che dorme come se stesse in letargo.''
Si avvicinò davanti al letto, guardò sopra il comodino e vide la confezione dei sonniferi aperta con due compresse sopra il ripiano di legno.
Matteo: '' Ha fatto il pieno, possiamo andare.'' Disse con aria da gradasso.
Scesero tutti di sotto ed andarono a farsi una doccia.
Dopo un'oretta Edera fece finta di svegliarsi, si rivestì e scese di sotto. C'era tutta la famiglia al completo seduta in sala quando la videro scendere alcuni la salutarono altri fecero finta di niente.
Annalisa: '' Ciao Edera, hai dormito bene cara. Eh ma tu dormi troppo bambina mia, poi la notte non riesci a prendere sonno.''
Edera: '' Avevo mal di testa e sono andata a letto prendendo un sonnifero.''
Anastasia non la guardava per niente neanche se fosse coperta d'oro. Malamo la fissava con disprezzo. Lei fece finta che lui fosse trasparente.
Andò in cucina e prese un bicchiere d'acqua, lo bevve e mentre rientrava in sala fece finta di aver visto sorprendentemente la sua borsa sulla poltrona.
Edera: '' Ma quella è la mia borsa?'' Disse avvicinandosi ad essa.
Matteo: '' Si è la tua borsa, l'avrai lasciata qui stamattina prima di salire su.''
Edera: '' No la borsa era su con me ed era sulla scrivania. Io ho preso la confezione di sonniferi da li dentro. Come fa a trovarsi qui sotto se non sono scesa per niente da basso.''
Tutti cominciarono a guardarla con sguardo fisso, vitreo.
Edera prese in mano la sua borsa e fece finta di guardarci dentro. C'era un silenzio che si tagliava con il coltello.
Edera prese in mano il portafoglio.
Edera: '' Toh il cinturino è rotto!''
Vi guardò dentro, stette un istante in silenzio facendo finta di fissare incredula con gli occhi sbarrati. Rimise il tutto nella borsa lasciandola sulla poltrona dove l'aveva trovata.
''Credo proprio che ora l'avete fatta troppo grossa!'' Disse dirigendosi verso l'elenco telefonico che era su un mobile della sala.
Tutti si guardarono sconvolti, increduli di quello che stava succedendo.
Annalisa: '' Edera, bambina mia cosa è successo!'' Disse ansiosa.
Edera: '' Non sono la tua cazzo di bambina! Quella e la tua bambina... quella specie di ameba che hai partorito nella merda del lago e quelli sono i tuoi figli. Non rivolgerti a me che se tu fossi mia madre perchè siete solo dei ladri.''
Aspettò con la cornetta attaccata all'orecchio.
Qualcuno rispose dall'altra parte del cavo.
Edera: ''Pronto, polizia vorrei fare una denuncia per aver subito un furto. Sono a casa di alcune persone qui a Verbania e mentre dormivo qualcuno ha aperto la mia borsa, ha preso il mio portafoglio e mi ha sottratto la carta di credito.''
Quando gli altri sentirono quelle parole diventarono bianchi come un lenzuolo. Le parole uscirono a balbettii e Annalisa dovette sedersi per non cadere a terra per lo spavento.
Annalisa: '' On mio Dio, Oh mio Dio....ma cos'è un inferno? Cosa sta succedendo....cosa sta succedendo. Oh mio Dio!' Ripeteva come un mantra. Matteo si alzò di scatto andando di fronte a Edera.
Matteo: '' Edera ma cosa stai facendo? Sei sicura di quello che dici? Guarda bene nella borsa magari ti è caduta dentro e non te ne sei accorta. Magari è su in camera e te ne sei dimenticata. Abbassa quella cornetta.'' Disse tremando.
Edera diede l'indirizzo di dove era situata la casa alla polizia e uscì fuori sulla veranda facendo finta che fossero diventati tutti trasparenti.
Ci fu un vocì o in casa prima sommesso poi diventò un uragano che spaccava oggetti tra imprecazioni l'uno contro l'altro e dall'italiano passarono al dialetto locale con parole molto colorite.
La polizia arrivò dopo mezz'ora. Entrarono e parlarono con Edera.
Edera: '' Non so cosa sia successo,'' raccontò al commissario ed ai due poliziotti.'' Sono entrata in camera mia per un forte mal di testa dovuto allo spavento che la figlia della signora qui presente, mi ha fatto prendere arrivando con la sua macchina sulla macchina che avevo noleggiato stamattina. Ho preso un sonnifero davanti ad uno dei figli della signora, Matteo. Lo potete appurare chiedendoglielo. Sono andata a letto e praticamente ho dormito dalle 11: 00 fino alle 19: 00. Mi sono alzata sono scesa giù per prendermi un bicchiere d'acqua. Tutti i componenti della famiglia erano seduti qui in sala dove sono ora. Passando vicino ad una poltrona ho visto la mia borsa appoggiata sopra e ho chiesto come mai stesse li se io l'avevo lasciata in camera mia prima di mettermi a dormire e da dove avevo estratto la confezione dei sonniferi. Nessuno mi ha risposto.
La borsa era aperta, ho guardato dentro e ho trovato il portafoglio così come lo state vedendo voi, col cinturino spezzato. Ho guardato dentro e ho constatato che mancava la mia carta di credito.'' Espose tutto chiaramente e per rincarare la dose si mise a piangere a singhiozzi.
Commissario: '' Su signorina si calmi ora, ci siamo qui noi. Ora ci facciamo mandare un mandato di perquisizione e perquisiremo tutta la casa.'' Disse rassicurandola.
Il mandato arrivò dopo un'oretta. I poliziotti perquisirono tutta la villa e non trovarono niente.
Annalisa: '' Noi non abbiamo fatto niente, siamo gente pulita noi, non siamo delinquenti.'' Disse piangendo di rabbia e di spavento. Anastasia era rigida e senza parole, Malamo sembrava fosse diventato di marmo, mentre Matteo e Valentino erano silenziosi ed immobili.
I poliziotti erano aumentati ora erano in sei a cercare.