Arrivò trafelato davanti alla caserma e suonò il campanello.
Lorenzo, quando doveva parlare con i carabinieri, non telefonava mai: andava sempre di persona. Nonostante la mole, andava sempre di persona.
“ Correte, m'hanno appicciato casa ... m’ hanno appicciato la macchina ... correte ... correte” disse al piantone di turno che era rimasto stupito dalla fretta di quell'uomo che arrivava sempre con fare guardingo e passo rallentato.
La pattuglia che intervenne subito dopo in via dei Venti riscontrò che effettivamente la porta dell'abitazione di Lorenzo era nera di fumo, come la finestra del piano terra. Della BMW parcheggiata tra le due aperture, non restava che la carcassa.
Dopo le operazioni di spegnimento ad opera dei Vigili del Fuoco ed il sopralluogo, Lorenzo fu portato in caserma per spiegare fatti e motivi dell'episodio.
Raccontò che era minacciato da certi napoletani che volevano centomila euro e lui non sapeva perchè.
Velevano quei soldi subito e la sera stessa avrebbe dovuto portarglieli in località “ La Madonna” davanti al ristorante “ Il passero”, alle 21, 00.
I Carabinieri fecero finta di credere all'uomo che conoscevano bene e sapevano che non aveva raccontato tutto.
Organizzarono l'appostamento intorno al luogo della consegna, ma contemporaneamente, ottenuta l'autorizzazione dal magistrato, misero sotto controllo il cellulare di Lorenzo.
Poco prima dell'orario convenuto giunsero pressso il ristorante quattro brutti ceffi a bordo di due diverse autovetture e presero posto in due differenti tavoli, vicini.
Alle 21, 00, puntuale come un orologio svizzero, giunse anche Lorenzo. In mano aveva una ventiquattro ore ed era più pallido del solito, ma vedendo i quattro loschi figuri si guardò intorno e sbiancò ancora di più in viso.
Uno dei quattro si alzò e strappò la valigetta dalle mani del malcapitato Lorenzo.
I carabinieri a quel punto, richiamati dal Maresciallo Di Bari, che faceva finta di essere un cameriere, irruppero nel locale ed arrestarono i quattro estorsori che risultarono anche in possesso di pistole.
Il volto di Lorenzo riprese colore e sulla bocca si allargò un sorriso che la diceva lunga sulla paura che sino ad allora lo aveva attanagliato.
Nella sala intercettazione il lavoro aumentò di colpo: Lorenzo, contento, informava familiari, parenti ed amici dello scampato pericolo.
Verso le 02, 00 della notte il cellulare di Lorenzo tornò a squillare. Erano i compari dei quattro arrestati che urlavano e lo accusavano di aver fatto arrestare i loro amici e aggiungevano: “ t'avimme pavate nu kile e droga e tu cià rate nu kile e farina”.
Lorenzo impavidamente rispondeva. “ embè, v'accattate nu kile e patate e ce facite i gnocc”-.
Però da quel giorno scomparve per almeno un anno dalla circolazione e quando riapparve anche lui dovette fare i conti con la giustizia . . .e non solo.