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«Fin da giovane sono stato attratto da queste parole del giovane Paul Valéry (che ricopio da "L'album des vers anciens di Paul Valéry" di Maria Teresa Giaveri, "Liviana Editrice", Padova, 1969, pag. 23): "Deux sortes de vers: les vers donnés et les vers calculés. Les vers calculés sont ceux qui se présentent nécessairement sous forme de 'problèmes à résoudre' - et qui ont pour conditions initiales d'abord les vers donnés, et ensuite la rime, la syntaxe, le sens déjà engagés par ces donnés", e "Les dieux, gracieusement, nous donnent 'pour rien' tel premier vers; mais c'est à nous de façonner le second, qui doit consonner avec l'autre" . La professoressa Giaveri commenta giustamente: "Il 'vers donné', dono gratuito degli dei, è quindi un nucleo primitivo che si rivela, e rivela il poeta a se stesso: poi c'è il lavoro, paziente, lucido, volontario; un perenne tentativo di adeguarsi a quel primo momento", e "Ben a ragione Charles Mauron parla dunque dell'opera letteraria come di un atto di auto- analisi, di una mediazione fra coscienza e inconscio. (...) E quel 'vers donné', miracolosamente prelogico, è intuizione originaria, 'primitiva', a cui faticosamente s'adeguerà il poeta, svelando e modificando se stesso nel lungo lavoro di 'esprimersi', cioè di trovare un corrispondente nel mondo segnico, delle forme e dei significati; che è, contemporaneamente, un 'trovarsi' " (pagg. 23 e 25) .» |
Inserita il 23/04/2014 |
Il nostro dio che ci comanda a volte
ha voce che si mostra alquanto audace,
quando si mostra; più sono le volte
in cui ha poca voglia, e allora tace.
E’ per questo che sono concentrate
le parole da lui a noi rivolte,
ed esprimono in modo assai efficace
quei misteri di cui apron le porte.
Ci sono tanti ai quali poco piace
l’espressione di idee così raccolte,
ma il nostro dio li snobba e si compiace
d’aver dato ai pensieri delle svolte. |
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