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«Sono andato a rileggere questa mia prima poesia pubblicata nel sito (e a proposito della quale ringrazio ancora la Redazione per averla subito inserita in "Rime scelte") , e devo riconoscere che, a differenza di alcune altre pubblicate successivamente, essa mi piace ancora, perché riassume efficacemente, oltre che brevemente, la mia concezione, piuttosto pessimistica, della vita. Si suole dire che i romanzieri scrivono in realtà sempre lo stesso romanzo, e questo concetto si adatta bene probabilmente anche ai poeti. Di sapore vagamente lucreziano, questo componimento di soli quattro versi endecasillabi (dei quali il terzo e il quarto fanno rima, mentre il primo e il secondo assuonano), esprime bene la mia visione della vita umana confrontata con quella enormemente più lunga dei pianeti e dei satelliti. Ho scelto la luna perché il nostro satellite è forse l’unico corpo celeste ad essere stato, da tempo immemorabile, umanizzato: non si dice infatti che la luna sembra avere un naso, una bocca e due occhi? Ecco allora che il suo battito di ciglia non appare poi tanto irrealistico!» |
Inserita il 25/05/2018 |
Dal Nulla giunti sopra questa Terra,
al Nulla ritorniamo, e si cancella,
nel battere di ciglia della Luna,
ogni fortuna nostra, ogni sfortuna. |
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Ma che bei versi profondi e riflessivi! Complimenti (Antonietta Angela Bianco)
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