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C'era il vento dal cuor leggero
in quei pomeriggi nella valle,
dove il canto degli usignoli
era il segno
di un annuncio senza veli.
Noi due, nel viale in bici,
nel profumo di campagna,
tagliavamo il vento
come un lento viaggio
su di un foglio da disegno.
Un dolce e vil percorso
attraverso lacrime nascoste
era il prezzo seducente
di un immagine
del passato e del presente.
Perché mai il vento
sbatte sempre su quel campo?
I papaveri assomigliano ad un onda...
era quello che mi chiedevi
con un filo di emozione.
Ma il sorriso ti tradiva
ed io capivo che era il segno
di una fermata
per sdraiarti su quel tappeto vellutato.
In quel campo c'era un sogno
che stranamente si ripeteva
ad ogni annuncio di primavera.
Come un libro che si apriva
per nascondere i tuoi baci,
e un cassetto per chiudere
e nascondere
qualcosa nel segreto.
E l'odore di quel prato
diventava un caldo letto,
le nuvole del cielo invece
una tenue e gentil coperta
che ci nascondeva
dal resto di uno strano mondo.
Ma i tuoi occhi
eran più profondi
nel sentirti donna
fino al vento del tramonto.
Guardai attento le tue ciglia
schiudersi
mentre dicevi... voglio un figlio!
Ed io stringevo forte il tuo corpo
in quei colori di passione,
e in quell'onda consumavo
il tuo richiamo più leggero
sulle note di una canzone.
Vengo ancora
appena sento quel profumo
dei fiori caldi sfolati al vento.
In questo campo i papaveri
han socchiuso la porta
dei miei sentimenti.
E penso, che se non era
per la pioggia improvvisa
di una notte...
se tu davvero
fossi stata così forte,
non ti saresti lasciata andare
come un fiore reciso
dal dolore di un tempo.
Avevamo sedici anni,
e sarei stato al tuo fianco
se il profumo dei tuoi anni
in questo campo
non ti avrebbe poi sepolta. | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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