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Responsabilità sociale
Serva e non Padrona
Fantasia
Perdersi nell'immaginario
lasciare che l'anima si
abbandoni nei sogni
perché possa riposare,
dopo tanto sudare
Questo mio corpo lo amo
non perché bello
sol per quanto ha lavorato
Mai si è lamentato
di chinare la schiena,
raccogliere i frutti
della terra, recarsi
al mercato e vendere
la propria fatica
per qualche lira
Le mani, queste mie mani,
non sanno star ferme
non son curate come
quelle delle signore
Hanno cucito, rassettato
le case dei signori,
dato la biada ai cavalli,
raccolto fasci di legna,
lavato i panni alla fonte
Le guardo e mi sembran belle
con i loro nodi che
narrano di me...
Son giovane eppure
il volto è pieno di solchi,
quanto sole a mietere il grano
raccogliere il fieno, stender panni
Son fiera delle mie rughe
anch'esse parlano di me
Son stata fortunata ad
esser serva e non dama
Io, vivo la terra,
il sole e la luna
di sera quando piena,
incanta il mio sguardo
Loro, i padroni,
non sanno nemmeno
cosa vuol dire far l'amore
nel fienile, quanta gioia...
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Sono fiera di me stessa per quanto ho lavorato e fiera del mio corpo mai stanco per lavorare... La situazione qui raccontata non è stata la mia vita, ma attraverso di essa ho voluto anche valorizzare il duro lavoro di tante donne che nel passato erano serve e basta! Quanto hanno dato, quanto hano sudato e di loro nessuno ricorda nemmeno il nome»
Commenti di altri autori:
«Bellissimi questi versi che finalmente rendono onore a tutte quelle donne che hanno trascorso una vita a lavorare duramente. Forse povere ma ricche d' amore ... Piaciuta moltissimo»
«Poesia completamente condivisa. Ho fatto e ancora faccio lavori umili e faticosi in casa di signore che spesso trattano come serve le loro dipendenti. Non mi sono mai vergognata del mio umile lavoro, ho fatto la contadina e amavo vedere le piantine crescere dopo averle piantate e osservare la Natura, e pulisco le case altrui e assisto invalide, ma non mi lamento, se non del fatto che sono precaria. Dopo tanta fatica l'Anima ha bisogno di Pace e tranquillità. Molto piaciuta.»
«con queste righe hai onorato a meraviglia il duro lavoro di tante donne per per portare un pezzo di pane a casa han piegato la schiena per pochi denari... bellissimo il passaggio dove in ogni ruga c'e' il proprio passato... una vita di stenti ma tanto amata perché vissuta a pieno... molto bella e piaciuta, m'inchino dinnanzi a tanto lavoro e sofferenza di queste donne...»
«Cara Rosy qui devo dire che ti sei proprio superata, meriti un grande applauso perché è bellissima... un omaggio a tante donne che ancora oggi si rompono la schiena, ogni lavoro è più che dignitoso. molto bella davvero tanto me la conservo nei miei cari segnalibri.»
«Ancor'oggi tante sono le donne che si spezzano la schiena per guadagnare qualche spicciolo onde poter mandare avanti la famiglia – non sempre il loro lavoro è apprezzato – dentro di loro devono ingoiare bocconi amari che trafiggono l'anima più di qualsiasi altra cosa. Molto sentita.»
«versi migliori non potevano essere scritti a ricordo delle nostre donne del passato... che hanno contribuito enormemente a fare di questa terra l'Italia e di noi gli Italiani. Loro con il loro umile e fayticoso lavoro hanno preparato noi e le generazioni future alla vita con l'esempio e con la dedizione con le lacrime che spesso in silenzio hanno solcato i loro visi... la poetessa merita un applauso per aver saputo cogliere in quelle rughe il significato di tante vite e di tanti sogni...»
Cristalli nel vento Autrici del sito Scrivere Una raccolta di poesie è talvolta cosa stucchevole se non sorretta da un’idea che dia coerenza a un “canovaccio”, una sorta di filo di Arianna che conduca il lettore alla scoperta di un significato d’assieme. In verità un’idea in questa pubblicazione c’è ed è “forte”: sedici poetesse, dotate di spiccato lirismo e felicemente ispirate, cantano la vita attraverso le sfaccettature di uno smeriglio di cristallo. Cristalli nel vento, è l’opportuno titolo dell’opera, e son davvero puri petali di cristallo queste liriche, petali da strappare uno per uno.