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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«La guerra uccide anche lasciando vive le persone»
Commenti di altri autori:
«un'ode ben scritta all'orrore di tutte le guerre, in particolare l'occhio e la sensibilità estrema dell'autore si ferma sulle vittime dimenticate e da dimenticare, quelle ben nascoste nei reliquiari della disperazione, della sofferenza quotidiana, lontani dagli occhi della gente e dai sensi di colpa di chi non vuol né vedere né sapere... tu hai saputo aprire comunque quella porta e chi legge te ne è grato.»
«quando orrori e dolori hanno rubato emozioni e sentimenti viene da chiedersi se una vita così è degna di essere vissuta forse bisogna fare appello alla speranza. Ma viene anche da chiedersi perché l'uomo non ha ancora trovato il modo e la maniera di evitare le guerre e non ha tratto alcun insegnamento dalle esperienze passate, forse come cantava Bob Dylan vale sempre questa frase: THE ANSWER MY FRIEND IS BLOWING IN THE WIND? (la risposta amico mio soffia nel vento...) se così fosse dobbiamo dimenticare anche la speranza, tante persone moriranno e tante altre impazziranno, mentre impossibili risposte svaniscono nel vento.»
«Crudi versi di denucia ma molto molto veritieri - una stretta al cuore nel leggere mi ha riportato indietro negli anni - la follia può arrivare anche piano piano senza accorgersene e ritrovarsi poi in balia di se stessi senza che nessuno possa capire il perché si, forse lo capiranno, ma quando è ormai troppo troppo tardi e la vita ormai si consuma così - si potrebbe scrivere un libro.»
«Svegliarsi la mattina e ricordarsi che c'è un "sottobosco" di sofferenze è atroce. Ma più terribile è la conferma dell'abbandono di queste persone che hanno dato tanto e ricevuto solo dolore al punto da impazzire ed essere emarginati... dal mondo stesso. Terribile denuncia...»
«Questo tipo di morte, la peggiore che ci possa essere per se stessi e per gli altri a cui il suo ricordo di essere stato un soldato fa tanto male. Piaciuta»
«Vivere morte nel ricordo di un dolore insopportabile che lascia cicatrici nell'anima... una condanna che pesa come un macigno nel cuore di chi legge e di coloro che dovrebbero leggere (sai a chi mi riferisco). Un plauso, bob.»
«...un tema forte quello che affronti... e si... la guerra... la cattiveria... il male nel suo senso più puro anche se sporco... uccide... anche senza esploderti nel mezzo della fronte... Bella...»
«Aspra denuncia (la pietà è implicita). La rabbia incanalata in versi liberi, incatenata allo sbalordimento. La solitudine di chi soffre sublimata nell'esempio.»
«verità espresse con la semplicità di chi sa cosa è la forza Quando un uomo è in queste condizioni ... quando non sei più tu... la vita è sacra sì, ma questa è vita? e chi è stato causa di simili orrori non ha colpe? Contro costoro mio padre, in una pagina del suo diario di guerra lancia un'invettiva... "Che siano abbruciate tutte le lingue che parlano di guerra!"»
«Versi scritti con partecipazione, esprimono il senso d'isolamento vissuto e soprattutto patito dalle piu' sfortunate vittime dei giochi di potere. Bella.»
«corpo e mente, due entità che possono separarsi... l'una vivere e l'altra morire... ma quello che fa più male e l'annientamento totale della mente... meglio morire nel corpo... molto sentita e piaciutissima!»
«Descrizione lirica di un combattente. La "viva morte" lascia sempre sgomenti. La motivazione di essa è triste ed inconcepibile. Onore agli eroi! Che dire... stupenda. Grazie!»
«La strada dell'eroismo porta alla morte o al delirio, parole di un vecchio soldato. La poetessa non ha udito queste parole, le ha viste concretizzarsi nei residui di un uomo, in quel poco che rimane di un soldato. Versi di grandissimo respiro, versi che ti prendono questi di Rosy, versi che ti costringono a guardare oltre il politicamente corretto. La poetessa tratta un argomento delicatissimo con mano leggera dando dignità d'arte alla sofferenza di ragazzi che, partiti per fare gli eroi, si sono ritrovati, nella migliore delle ipotesi, a fare i conti col delirio. Lirica opprimente, lirica conturbante, lirica in bianco e nero che dovrebbe esser letta e riletta per una vera presa di coscienza. Mi inchino alla bravura della poetessa. Grande!»
Cristalli nel vento Autrici del sito Scrivere Una raccolta di poesie è talvolta cosa stucchevole se non sorretta da un’idea che dia coerenza a un “canovaccio”, una sorta di filo di Arianna che conduca il lettore alla scoperta di un significato d’assieme. In verità un’idea in questa pubblicazione c’è ed è “forte”: sedici poetesse, dotate di spiccato lirismo e felicemente ispirate, cantano la vita attraverso le sfaccettature di uno smeriglio di cristallo. Cristalli nel vento, è l’opportuno titolo dell’opera, e son davvero puri petali di cristallo queste liriche, petali da strappare uno per uno.