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Espongo di giusto quel che merito esige,
di quanto potessi nel mezzo vagliare,
nell’astro non v’è, ch’il talamo erige,
ch’in seguito pecca non faccia mancare.
Son fiamme d’assesto e non risentite
la furia dell’attimo dovuta all’ardore,
nell’aria sbandate, son ire assopite
di gesti impulsivi accecati d’amore.
L’orgoglio è bestia dal ventre mai sazio
rigetta a quell’altro lo stesso dovuto,
rimarca di tutto, non lascia mai spazio,
per poi risentirne, nel silenzio assoluto.
Dacché fù quel tempo, mai più fù lasciato,
se non da fierezza s’è fatto assopire,
ma sol per un attimo è stato marcato
il gesto del come, o perché dell’unire.
Non v’è scusa al pronunciare l’altro nome,
come polvere da sparo al vicinar lo foco,
tuona, ch’ogn’altro dir non chiede come,
della parola detta, che par per gioco.
Altri termini non reggono per coerenza
cosciente al fatto che per concetto,
al senno venne mancare ogni gerenza,
nel dir quel nome uscito per difetto.
Per ben tre volte la mente mia passa il fallo
e tre volte ancora clemenza avviene,
avrei voluto colpir di mazza il mallo
e dallo capo, far uscir ciò che sovviene.
La prima fù, quel dì dei fiori ricevuti,
ricordi? Mentre di vezzi si parlava
e di sfuggita, come pensier saputi,
l’incauto danno la bocca mi serrava.
Duopo, avviene a Romea sulla battigia,
nello scorrer di quanto si potesse, elude,
ch’ha ingannar memoria ancor più ligia,
che nulla valse quanto replicar tuo rude.
Poi, nel passeggiare ad osservar vetrine,
il gelo coglie nel nominarti avverso,
il passo volgi senza voler sentire,
le scuse fatte ch’invoco di traverso.
Il tempo associa ad ogni passo ciò che sovviene,
manda all’oblìo passando manti di vernice
su ogni quanto, sino coprir le scene,
di quel ch’istinto riporta in superficie.
Ma l’amor ch’hai in seno è ancor più vasto
che cambiare di passo al mio destino,
per somme mende la grazia rende il gesto
ancor più dolce, che d’un mielato vino. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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