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Sessanta giorni chiusi dentro casa
e senza avere alcun divertimento!
Sessantatre milioni di italiani
costretti ad un crudele isolamento!
Ed ora se vogliamo andare a spasso
dobbiamo usar le note mascherine,
il virus c’ha costretti a questa lotta!
Si spera, quanto prima, c’abbia fine!
C’impongono diverse direttive
che spesso non ci trovan consenzienti,
ma servono a combattere il contagio,
dobbiamo dimostrarci assai pazienti!
Bisogna entrare nei supermercati
con una mascherina e con i guanti,
misure contingenti e necessarie,
perché son procedure riguardanti
l’igiene e soprattutto per lo scopo
d’eludere il pericolo costante
del virus che s’infiltra dappertutto
con una frenesia terrificante!
Restiamo nell’attesa che qualcosa
si muova in senso chiaro, positivo,
viviamo col morale sotto ai piedi,
lo spirito anche lui è negativo!
Guardiamoci negli occhi e confessiamo
che ci sentiamo tutti assai depressi,
ancora qualche giorno e finalmente
riprenderemo in man quegli interessi
che in tutti questi giorni sono stati
abbandonati per la costrizione
d’un claustrofobico isolamento
che c’impediva ogni conclusione!
Però la situazione resta ancora
drammatica pei morti quotidiani
che restano piuttosto numerosi ...,
delitti sconvolgenti e disumani!
E non possiam neppure prevedere
che cosa ci accadrà in un futuro
per quello che ci sta già succedendo ...
si naviga in un fiume malsicuro!
Guardare avanti senza alcun assillo,
cercando di sentirsi costruttivi
al fine d’evitar la depressione
ed altri sentimenti negativi!
Però ci serve pure di toccare
con mano certa (come San Tommaso)
qualcosa di concreto, di reale
che renda il nostro cuore persuaso!
Sennò dobbiam convivere in un modo
del tutto discordante e pernicioso
dal solito cliché tradizionale
che ricordiamo alquanto delizioso!
Dovremo abituarci a tralasciare
ogni altra consuetudine nostrana,
perché non si potrà più trattenere
in un contesto di natura insana.
Il virus c’ha colpito all’improvviso,
frenando ogni dovuta ribellione,
così ci ritroviamo con le mani
legate senza fare opposizione!
Quel viscido bacillo si diverte,
abusa della vivida pazienza
e ci costringe a sacrifici enormi,
viviamo in uno stato d’emergenza!
Convivere col virus è tremendo,
drammatico, non è l’alternativa,
ci condiziona oltre ogni misura,
la vita resta senza prospettiva!
Vogliamo ritrovar la nostra vita
insieme a comprovate sicurezze,
ne va del nostro stato di salute
per un futuro pieno di certezze! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«La situazione ancora non si è stabilizzata, siamo in balìa di un morbo che non vuole cedere le armi, giorni e mesi con l’angoscia nel cuore in attesa di notizie positive, la gente è paziente, però a lungo andare anche la pazienza lascia a desiderare, perché il senso di libertà ci appartiene per vivere la vita in modo normale. Purtroppo le esigenze impongono l’emergenza e in questa condizione ci dobbiamo adeguare a vivere da prigionieri in casa, aspettando che la vicenda verta al positivo affinché possiamo tornare alle nostre attività quotidiane che ci mancano molto.» |
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