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La penna spazientita, all’improvviso,
s’è messa in posizione verticale
e con la punta sopra un foglio bianco
scriveva un argomento magistrale.
Dovevo solo provvedere al cambio
dei fogli ad ogni loro conclusione,
scorrevano le pagine complete
nel corso della fitta esecuzione.
Poi stanca per il vivido lavoro
s’è stesa nuovamente orizzontale,
sembrava che dormisse, ma fingeva,
perché lei s’aspettava un celestiale
ringraziamento pel lavoro svolto,
conoscendo però la mia fierezza
che non sa dare mai soddisfazione,
ma preferisce la riservatezza,
mi sono trattenuto ad osservare
la penna di sottecchi, mi fissava,
desiderava un po’ di gentilezza
o, forse, il premio che si meritava!
Sinceramente mi faceva pena,
l’ho sollevata delicatamente
portandola all’altezza del mio naso
e poi con voce alquanto convincente
ho sussurrato: “Sì, sei stata brava!
Però potevo scriverlo anch’io
quell’argomento, non mi manca l’estro,
m’hai solo preceduto nell’avvio! ”
La penna corrucciata m’ha risposto:
“Offendere la gente non mi piace,
la verità però non va nascosta
e quello che tu affermi non mi piace!
E’ più di un mese che non scrivi nulla,
stai sempre fermo sulla scrivania
e guardi il foglio senza ispirazione,
s’è spenta la tua vasta fantasia!
E non mi tocchi più con la tua mano
per scrivere qualcosa, m’è mancato
il tuo calore umano delle dita,
non sembri più quel lirico ammirato
da sempre pronto a scrivere dei versi
su mille storie e mille sensazioni
d’amore, stai perdendo il tuo valore,
non trovi più le giuste percezioni!
In calce a questo valido argomento
puoi metter la tua firma, non mi oppongo,
però lo sto vedendo dal tuo sguardo
che vuoi lodarmi, è vero o lo suppongo?”
In verità volevo ringraziarla,
perché aveva già contribuito
a aiutarmi in altre circostanze,
ma per partito preso ho resistito
al fine di non cedere all’orgoglio,
però stavolta avevo proprio torto,
d’istinto l’ho appoggiata sulle labbra
e l’ho baciata dandole conforto.
La penna nera è diventata rossa ...,
ma si sentiva alquanto soddisfatta,
perché da troppo tempo s’aspettava
la mia riconoscenza sempre sciatta,
si meritava questo dolce bacio,
per oltre settant’anni s’è prestata
a scrivere sui fogli tutto quello
che la mia mente, a volte esagerata,
le suggeriva di vergare in fretta.
M’ha fatto compagnia per settant’anni,
è stata la mia amica più fedele,
ha conosciuto pure i miei malanni
e siamo ancora insieme ad inventare
le liriche con grande fantasia,
per me la penna è assai importante,
la stringerò fin quando l’agonia ...!! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«La penna, questo piccolissimo strumento che ci aiuta a creare tante opere, lavori, liriche ecc. se ne sta sempre buona buona sopra alla scrivania in attesa di qualche ispirazione originale per mettere nero su bianco una nuova opera, però non reagisce mai quando noi la dimentichiamo abbandonata a se stessa. Eppure senza di lei non potremmo mai creare, fantasticare, scrivere e correggere tutte le inventive che la nostra mente ci suggerisce e per un poeta la penna è insostituibile per poter esternare la sua ispirazione sublime. In questa lirica, l’ho voluta onorare con dei versi.» |
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