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Quanno che l’Inverno s’addormenta
e la Primavera se riaccenne
e li viti distenneno le fronne
e er Sole furioso nun tramonta,
dentro a ‘na gabbietta ch’eva appesa
lei accudiva ad un uccello,
che jeva rigalato Marianello;
steva lì a la Rocca, fori casa.
Era un ber merlo maschio, tutto nero
e lei diceva: E’ lo celletto mio,
l’ha preso Marianello pe’ mi’ fio,
quanno l’ha visto nun je parso vero.
Lei je cammiava l’acqua tutti i ggiorni
e je metteva le molliche ‘n bocca,
era diventato ‘o merlo de la Rocca
pe’ li rocchesi e quelli dei dintorni.
Un ber giorno, presa d’armaggia,
’na tipa stramba, còrta da la rabbia,
nun apre lo cancello de la gabbia
e ‘o merlo, tu capisci, vola via.
- Ma era lo celletto de Mariano!
je grida lei, tutta disperata;
se po’ sape’ chi te cià strascinata
a roppe li c... a Campagnano?!...
Perché l’hai sciorto, proprio n’ho capito
pe’ che motivo hai operto ‘o cancelletto?
Se proprio ce tenevi a lo celletto,
te lo facevi dà tu’ marito!
(traduzione)
Quando che l’Inverno s’addormenta
e la Primavera si riaccende
e le viti distendono le fronde
e il Sole furioso non tramonta,
in una gabbietta ch’ella aveva appesa
lei accudiva a un bell’uccello,
glielo aveva regalato Marianello;
in via della Rocca, fuori casa.
Era un bel merlo maschio, tutto nero
e lei diceva: E’ l’uccellino mio,
l’ha preso Marianello per il figlio
che vedendolo non gli è parso vero.
Gli cambiava l’acqua tutti i giorni
e le molliche gliele metteva in bocca,
era diventato il merlo della Rocca
per i rocchesi e quelli dei dintorni.
Un ber giorno, presa d’albagia,
una tipa strana, presa dalla rabbia,
non apre il cancello della gabbia
e il merlo, si capisce, vola via.
- Ma era l’uccellino di Mariano!
gli fa lei tutta disperata,
si può sapere ma chi ti ha obbligata
a rompere le scatole a Campagnano?!...
Perché l’hai sciolto, io non l’ho capito
per quale ragione hai aperto il cancelletto?
Se proprio ti serviva un uccellino,
te lo facevi dare da tuo marito! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Il brano trae spunto dalla tradizione orale del folklore campagnanese. I nome delle persone sono di fantasia» |
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Versi piacevolissimi, molto apprezzati, buongiorno (Silvia De Angelis)
ben scritta e molto simpatica! (Adele Vincenti)
Piccolo mondo d’antichi sentori. Meraviglia! (SALVATORE Pintus)
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