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Il tempo ci consuma
come un cero al vento
che arde lentamente sui balconi
e c’illumina la sera
Una vecchia caravèla
che avanza nella nebbia
senza sapere né vedere
dove va con la sua vela
Solo affonda lentamente
i suoi remi tra le onde
in acque oscure e limacciose
dove un tempo filava rapida e sicura
Tu vai dritto col timone al vento
senza chiederti il perchè
se poi un giorno troverai l’approdo
o se mai ci sarà un ritorno
E tieni alta la speranza
poca luce nella notte
o persino in fondo al cuore
basterà, a rischiarare la tua strada... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Il cero, simbolo di luce, di vita e di speranza e la caravella, che è sinonimo di costanza, di caparbietà, di ricerca di nuovi mondi e nuove realtà, si fondono in questa lirica in un crescendo di anelito ed affannosa ricerca di salvezza e novità, alla conquista disperata di un approdo sicuro, con la consapevolezza del tempo che passa inesorabilmente e ci consuma come una candela, col venir meno delle forze e ci lascia soltanto la voglia di lasciar perdere, di lasciarsi andare, ma ben sapendo tuttavia che la speranza, anche se ne rimane poca, è l’ultima a morire, e forse alla fine ci salverà.» |
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La speranza come luce e guida nella notte. Intensa (Antonella Luna)
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