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| «Carla Vercelli, da fine psicologa, ha ben colto due aspetti della mia personalità (che, del resto, emergono piuttosto chiaramente dalla poesia): è vero, sono abbastanza anglofobo, e mi piace andare (con cautela) contro corrente; ognuno ha i suoi gusti, e in un mondo (soprattutto giovanile) in cui invece vedo crescere (senza validi motivi) la francofobia e il conformismo, non me ne vergogno. Venendo ai contenuti della poesia, ormai, dopo quasi centocinquant’anni, sembra che non ci siano dubbi sulla formazione del nostro Stato per volontà inglese, e solo in second’ordine francese: già Umberto Eco, ad esempio, se ne occupava abbondantemente nel suo romanzo "Il cimitero di Praga" . Gli interventi americani, più recenti, restano ufficialmente ancora nebulosi, ma chi non si è mai chiesto come e perché sono morti quei nostri "geni" cui accenno al penultimo verso? Basta pensare a Enrico Mattei, a Pier Paolo Pasolini, ad Aldo Moro... E ci si può anche chiedere: chi ha fatto nascere, all’improvviso e con quella veemenza, "Mani Pulite" (che portò al repentino declino di un leader che non aveva paura delle direttive oltreoceaniche come Bettino Craxi)? Certo, la padella americana fu quasi sicuramente migliore della brace sovietica, ma penso che tutti i cittadini italiani riflessivi non possano far finta di niente e illudersi di aver vissuto, e di vivere, nel voltairiano "migliore dei mondi possibile" ...» |
| Inserita il 11/08/2018 |
Siamo nati per voglia degli Inglesi,
e dagli Inglesi e dagli Americani
poi certo sottomessi e vilipesi
siamo stati, noi poveri Italiani!
I popoli del Sud i Piemontesi
frequentemente incolpano, ma i piani
di forzata unità furono stesi
dai Londinesi insieme agli Oxfordiani.
E dopo, al di là del vasto mare
oceanico, nacquero i progetti
per farci poco e male respirare,
per render tanti giovani soggetti
alla droga, per geni eliminare,
per trasformarci in fragili e imperfetti. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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| «Il titolo del sonetto è chiaramente preso dalla famosa frase di Metternich. Per quanto riguarda l’Oltreoceano, mi rifaccio in parte a quanto insinua Giancarlo De Cataldo nel romanzo "L’agente del caos", mentre per ciò che concerne l’Oltremanica si possono ad esempio vedere le parole di Germano Dottori in "Limes", n. 3 / 2018: "L’annessione al Piemonte del Regno delle Due Sicilie avrebbe inoltre permesso alla Gran Bretagna di eliminare dalla scena europea una monarchia che si era pericolosamente avvicinata alla Russia, sino al punto di farne propria la causa durante la guerra di Crimea. "» |
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 pienamente condivisa...! (Rasimaco)
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«Una poesia amara di Terracciano che contiene però delle verità, almeno per quanto riguarda i motivi dell’unità nazionale. Vi leggo comunque una certa anglofobia che io limiterei alla prima parte della nostra storia (se penso all’ultimo conflitto mondiale senza gli Americani non ne saremmo mai usciti, oltre al contributo fondamentale della Resistenza...), un’anglofobia che condivido per l’ultimo periodo storico, dagli anni ‘50 in poi: troppo schiavi e assoggettati al modello e al sogno americano... (Ora come ora troppo schiavi del modello e del sogno europeo...). 
«La nostra stirpe è quella dei padroni della terra conosciuta... quella del popolo dell’IMPERO ROMANO! Gli altri si sono accodati, non dimentichiamolo!»
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