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Nàcchere, chiàcchiere,
màschere pàllide
pàvide álighe
occhi di cèrula
lince di fèmmina,
ròridi cèspiti
sguardi di trèmuli
canti di cèmbali
danze selvàtiche,
càlici orgiàstici,
piedi che dànzano
stretti tra cèleri
sete di mìstiche
calze, urla che òdiano
il tempo, l’àttimo...
quei che non sèmbrano
piacèr amàbili,
è il Carnevale.
Diletto affrèttati,
fuggi la fùnebre
ora degli ùltimi
spiri che gèmono,
la Notte lùgubre
tinta dei gèlidi
biechi fantàsimi!
Diletto, plàcati
dopo che pàssano
l’Eterno e i tìmidi
sì pazzi pàlpiti!
Piacèr scatènati,
càdano, spèngansi
pudori e fòrmide
vergogne d’Uòmini!
È Carnevale!
È Carnevale!...
Lo dice il pàrroco
Che beve al càlice
d’un vìn profano
che non è il sangue
di Cristo; ‘l dice
la dama giòvine
che mette al seno
sotto il vestito
un fiorellino,
un occhiolino,
forse un biglietto,
che è all’aspetto
l’appuntamento
a un torneamento;
che pria di sera
la giarrettiera
aggiusta, e ride.
Lo dice il giòvine
che prende al fianco
la mascheretta
d’una fanciulla
che si trastulla
con i suoi scherzi,
che dice "Prèndimi,
al vòl d’un bacio".
È Carnevale.
Il cioccolatte
scende a’ i bicchieri,
con il liquore
fugge il dolore,
forse il rigore
della ventura
nuova Quarèsima,
è come il Diàvolo
fàttosi dolce;
e il galantuomo
di tale spìrito
l’umòr desìdera
al labbro cògliere
il bel sospiro
della sua dama,
sete di baci,
sete d’Amore,
forse d’un fiore
che si vergogna
nella gonnella...
la nobildonna
sugge le làgrime
della bevanda
dalla sua barba.
Ancora un bacio...
È Carnevale!
Ma per me sempre
resta Quarèsima,
e son digiuno
dei Desidèri
oppressi, odiati,
e sublimati
del cuòr frenètico,
Sogno apoplèttico,
notturno ìncubo
che si follèggiano,
che mi ferìscono,
quando s’etèrnano
silenzi lùridi
che non sorrìdono,
che invàn attèndono
che Iddio li aiuti...
Sogni perduti.
È Carnevale!...
e la mia rosa
non màscherasi più!
Più non si vede! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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