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C’era un poeta, in cuffia e tonacato:
scriveva, assorto, alacre, in suo fervore;
nove anni aveva, al vicolo del core,
rime scorrendo, come in Cielo entrato;
madonna, in manto dal Celeste dato,
parea di chiostro di umiltà e fervore;
otto anni eterni, di sembianza e core,
sirvente, soave, nel divino stato.
Benignità era solo, fare mite;
silente, ognuno, per la propria via;
glorie all’Eccelso, di riconoscenza;
vestita, ella era, quali suore site
ad osannar, costì, santa Maria,
e si espandeva soavità, ivi, immensa...
...lagrime, ambrosia, in stille... così sia. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Questo sonetto è ambientato nella Firenze storica, nel vicolo della chiesina di Dante, santa Margherita d’Antiochia, finita di edificare nel 1033. La fedele apparsa al poeta rimatore di nove anni era una ancella di sembianza, perpetua, come di otto, ma di fattezze incorporee, diafane, di umiltà di essenza del Fiore del Paradiso. Ella, in una Visione, meditava, passando, di voler servire, solamente, le ancelle di santa Maria. Al poeta, tra le rime, scorsero lagrime di ambrosia.» |
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Testo eccelso ed elevato in perfetto (Alberto De Matteis)
E piacevole \"stile\" .se. Buon pomeriggio (Alberto De Matteis)
Complimenti. Un testo davvero aulico. (alias Marina Pacifici)
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