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Hanno troppa ragione quei poeti
nostri grandi maestri e correttori
a dire che la metrica e la rima
ingabbiano il pensiero e la poesia.
Infatti che valore ha scriver verso
in metrica ed in rima, che disastro,
occorre un nuovo metodo diverso ...
sol così di poesia si vede l’astro!
Dante ed i sommi in era pur lontana
scrissero versi alquanto accomodati
ed ebbero successo, che fortuna,
ma troppo invero son considerati.
Tanto stupendo, lo dobbiamo dire
è scrivere un pensiero adesso in prosa
che poi provvederemo a spezzettare
andando a capo, e assai verrà allungato.
La poesia in tal caso molto vale
ed è gustata dagli intenditori,
basta Ungaretti, e poi segua Montale,
ma certi imitatori ...stiano fuori!
Che dire di quel genere orientale
che riempie ogni sito di poesia
e che in lirica certo è eccezionale,
attualmente il più grande che vi sia.
Domina specialmente qui da noi
che ben poco copiamo allo straniero,
ma questa volta il giapponese puoi
vedere superato per davvero!
Il fatto è che costa assai fatica
scrivere in cinque sillabe due versi
intervallati, e farlo è grande impresa,
da un verso addirittura settenario!
Visti gli esempi assai meravigliosi
di poesia senza metrica né rima
ch’è lo sforzo di chi non la sa fare
abbandoniamo questo antico stile
e proponiamo al prossimo avvenire
una novella forma di poesia
per chi ad ogni costo vuol riuscire
molto sfruttando il fisico e la mente.
Si ponga del poeta nell’assetto
sentendosi per tale sforzo stanco,
scriva soltanto il titolo in grassetto
e il susseguente lasci pure in bianco! |
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«Strimpellata in endecasillabi qualche volta rimati e per lo più no,
a dimostrazione di un ingabbiamento totale della poesia con questo
metodo, in attesa dell’invenzione di un nuovo genere che soddisfi i
nuovi aedi della poesia.
Comunque, parlando seriamente, esistono in letteratura bellissime
poesie ermetiche, ed anche ottimi haiku (quest’ultimi solo dei grandi
maestri del genere giapponesi e non dei vari imitatori nostrani).» |
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