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«Chi, come me, era giovane poco prima e poco dopo la caduta del franchismo in Spagna, ricorderà che allora, se c’era un rischio di secessione nella penisola iberica, esso riguardava i Paesi Baschi, e non certo la Catalogna. Poco dopo la fine della dittatura, nei secondi anni Settanta, vidi, viaggiando in treno per l’Italia, numerosi gruppi di giovani spagnoli (tra i quali parecchi catalani, immagino) ben contenti di avere finalmente ritrovato la libertà (che li portava anche, talvolta, ad abbandonarsi a degli eccessi) . Persisteva la minaccia (armata) del separatismo dei Baschi, e ciò era anche piuttosto comprensibile, a causa della loro lingua così differente (la sua origine resta ancora misteriosa) e addirittura della diversità di molti loro geni... Poi si trovò un compromesso, e gli attentati dei Baschi (che ricordavano parecchio, del resto, quelli dei Sudtirolesi in Italia negli anni Cinquanta e Sessanta) sono per fortuna finiti. Ho l’impressione, invece, che l’attuale indipendentismo catalano sia alimentato solo da una minoranza degli abitanti di quella regione, per motivi quasi esclusivamente economici.» |
Inserita il 04/01/2018 |
E’ l’Iberia un uccello, ed ha due ali:
da un lato c’è quell’ala portoghese
che in tante si tuffò marine imprese,
con perizia e coraggio senza uguali;
dall’altro esiste l’ala catalana,
verso Francia ed Italia ben rivolta,
un’ala commerciante e alquanto colta,
un po’ orgogliosa e assai repubblicana.
Per sessant’anni l’ala occidentale
fu aggregata al gran corpo della Spagna,
ma poi, senza problemi e senza lagna,
da sola rivolò: non fu ciò un male.
Da cinquecento anni incorporata
a Madrid è l’altra ala saldamente,
ma adesso, con decisa e con veemente
azione, vorrebbe esser liberata.
Però non è ora il tempo di passare
a un’Unione Europea che finalmente
batta i nazionalismi, e dia alla gente
un grande, unico Stato cui pensare? |
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«Nella terza strofa mi riferisco al "matrimonio" fra Spagna e Portogallo, avvenuto (pacificamente) nel 1580, poi seguito dal "divorzio" (ugualmente pacifico) del 1640. Nella quarta strofa, invece, accenno alla forse più nota unione (che, almeno fino a pochissimi anni fa, sembrava ormai definitiva) tra la Catalogna (con l’Aragona) e la Spagna, ai tempi di Cristoforo Colombo.» |
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