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Squilibrante delirio! Follia... o Sogno!
Oppure Nulla.
Luna bianca, Luna bella,
sei tu?...
Tra le vie e ràmore,
placidamente splendi e mi rischiari;
ma ora io vorrei rapirti, tôrti al ciel,
Èlena pallida e nuova e d’eteree guance
per parideïca pazzia.
Taci! Incredulo e folle!...
O all’alba ne arderà l’Ilio del Sole,
Achei che corrono, ombre a trafugàr
la beltà onirica
di tutta Vita...
la Vita mia!...
Luna bianca, Luna bella,
sei tu?...
Tu? Pandòra istigante le titaniche posse
di sì ribelli e ignudi versi?
oscenità di Madre- Eva?... Sei tu?...
Sì! E allòr
sempiterno squilibrio, or che ti mostri,
a’ i reconditi incanti della mia Anima
lugubremente imponi;
e io son fatto del tuo istesso carbonio,
de’ i fanghi tuoi.
Ma non ho la tua vampa, né i tuoi sguardi,
la tua pia eternità.
Eppùr fatti tu prendere!...
fatti tu prendere!
ghermìr dal canto mio, flebile e pazzo,
da un Sogno di bëata Pöesia,
perché - poscia l’àrder di Ilio -
di queste Notti
sopravvivere possa alma Ermïone,
e l’illusione d’ogni mia chimera
all’alba continuàr.
Luna bianca, Luna bella,
sei tu?...
Oh michelangiolesca immane forza
d’un indice che sfiora l’Invisibile
nel vento liquido
d’un profluvio di fiori!...
Ah! come ora vorrei che il caldo bacio
che da te, Luna, ricevo
fosse il bacio d’Iddio!
Ma non ho la sua vampa, né i suoi sguardi,
la sua pia eternità.
Ricordami che son carbonio,
che sono fango,
che anche tu ti spegnerai, Luna eterna,
e che monumenti
ergerò al Nulla,
senza la vampa tua, senza i tuoi sguardi,
la tua pia eternità. |
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