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Diossido eterno, e di cadmio è la Luna,
dove un lupo di ferro urla sventura;
e la Notte parrebbe più pece arsa,
o di camini ossa, polvere sparsa
che culla o scrigno di Sogni e Reconditi.
Non ti sembra, oh mio sguardo?...
D'epatite malato il Sole or muore,
dopo agonia tremenda di molte ore;
e i nuvoli si sciòlgon come piombo
in una buia fucina di follie.
Non ti sembra, oh mio sguardo?...
All'arcolàiö un'ombra trasuda,
e fa fatica, la Sorte le è cruda,
automa umano di giovine donna
di qualche mese incinta d'una bimba;
e cosa mai respira!
Idrocefalo... paralitico... Orco,
abominio! Ma non c'era l'aborto?
Non servi a niente! E meriti ogni torto!
Povera bimba! Uccisa mille volte
da chi rinfaccia la gobba ricurva.
Non ti sembra, oh mio sguardo?
Non ti sembra, oh mio cuore?...
Ma d'intorno io ne scruto sol disprezzo
per la Vita e la Morte o per l'Eterno,
l'uno con l'altro sorridiàm di scherno,
e domani in un prato di carbonio
con quattro stami un sol gambo di fiore
per morìr sorgerà.
È troppo forte il dolore ed è assente
ogni forma gentìl di Pöesia,
Satana offre un Sonetto: eutanasia,
una puntura, e tutto va a finire,
su un letto d'ospedàl si va a morire...
e qui nascostamente, dappertutto,
ghignando ai duoli, alle sventure e al lutto
maledicendo i ghetti un spettro gira,
i patroni arricchisce e fa ammalare,
svastica infame d'epoca fascista.
Non ti sembra, oh Coscienza?
Sorgete, Nibelunghi! e fate schiavi
queste stirpi morbose, oh maledetti!
Alberico vi invita a incatenare!
Tutto sarà d'acciàiö, perfino l'Anima,
molecole di veleno vitale,
quand'è confusa nebbia co' il Rëàle...
noi tutti! figli di una fusïone,
privi di Sentimento e di passione...
Noi che siamo la schiatta degli uomini
che all'orizzonte veduta non hanno
né la Pace, né guerra... grigi come
un'alba nuova che nasce difforme.
La Vita mai più... mai più qui sarà! |
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