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Forse già (io) esco al veròn che dà al Gridone,
e verso la vallata e i prati elvetici
fingo suonàr un corno. Fingo? O voglio,
o spero che rimandi l'eco - dell'orgoglio
di Valchirie - un concerto che risponda?
Che Tell mi chiami tra i suoi prodi figli
contro Gesler pugnando tra perigli?...
Che non sia tutto Istoria?
O Mito?... o fola?!
E mi raggiunge il tramonto; ed è agosto!...
Wotan, viandante, dimmi, oh Luna! etesi
questi strali di Sole quand'è sera,
che si riverberano alla riviera...
non risplendono, forse, più irrequieti,
e più söavi, altrettanto, in un attimo?...
Dimmelo, Wotan!
Dimmelo, oh Luna!...
Sorgono all'orizzonte del mio sguardo
alfine i cari miei monti... e Alpi eterne
qui or si distenderanno al mio osservàr
altre pietre; io, che sono Anima pur ombra
anch'esse fatte di rocce, io! mendìco,
dunque, le vie de' i baratri montani
a' caccia de' tuoi mendicanti cani,
Wotan, spergiuro sogghigno notturno,
e de' tuoi corvi, come me, in cammino.
E ogni burrone, ogni varco è Destino,
la Natura mi cela di pericolo
matematici Abissi mai saputi,
profondità mai contate, nemmeno
dal Diavolo, o da Norne, o da Proserpina;
e titaniche cime insuperabili
dove perfino gli Angioli morrebbero
senza ossigeno a un Sole di flogisto...
Oh Beltà che fa, e suscita päura,
Mistica costernata di riposo...
piacere, giovamento e gran terrore...
oh montagne plasmate dal geloso
Tempo e da Eterno, forse cave
all'interiora, dove batte un cuore
invisibile e ubriaco di ossa e Furie,
cuore formatosi un giorno per qualche
deriva, o innalzamento... o terremoto...
oh órgani di sassi che stillate
involontarie fonti, e ghiacci e spiri
battendo contro pareti sicure
che, appena, tremano ai tuoni e alle folgori...
oh vette! oh altezze! oh valichi! oh torrenti!
Oh Beltà, appunto, mia compagna amata
in queste ammirazioni dello Spirito
e in tante teme di carne, e ossa, e sangue,
cui con Wotan monocolo il mio sguardo
peregrinando volgo esterrefatto...
oh tu, Beltà,
così mi doni un bacio di Sublime
alfine, e tanto labbro m'è un onòr
che mi rimanda l'esistente a Iddio;
donde m'è il Tutto infinito ed eterno;
e m'è Fede in cotàl annegamento
quello che ho in cuor, perenne Sentimento.
In Tutto e nell'Alto del Tutto, è Dio! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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