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Occhio è di muschio, il mio, così or solcato
per un eterno Fato
dall'infinito piòver ch'è ribelle
a maggio, quando nel meriggio l'onda -
ch'è vagabonda -
del quieto Sole non si mostra più,
ma stràl di pioggia allùminano il teschio
dell'ingrigito cielo; e in fìn a sera
lungo l'aria leggera
mormora la Tempesta prepotente,
con le säètte impetüose e lente
che tuonàr qui mi fanno in mezzo al cuore,
quasi di orrore.
E occhio è di muschio, il mio. È desolato. E
le mie pupille son tra i fanghi e i sassi
crudi salassi
della dispersa e cruda ferrovia,
a marcire... e a dormìr di Pöesia.
Pöesia! Umana tracotanza, e Idea
da sterco nata, o Sogno... o Incubo... o Dea;
Ùbris folle e maniäca,
così tu esprimi l'inquieto del cuor,
e nel vento furioso delle cime
la dorata arpa suoni del Sublime,
il muschio di Òssian,
tra gli Spettri soffrenti del Wallhalla,
prodi guerrieri che vanno alla guerra,
fulmini e tuoni colpìscon la terra...
Pöesia- meretrice!
Da questo muschio
sorge l'Abisso, il Destino s'inquieta,
nasce da un seme l'eterna Beltà!
Pöesia! non sei nient'altro che Furia,
o Ecate, o Erinni... Erda possente in pallida Notte;
sei il fango di un peccato osceno,
la sete di raccogliere l'Eterno
con i versi di muti, ombrosi cembali,
tra la Dea dell'Amore e il Dio dell'Odio!
Oh mie pupille!
Ma sono anche schiacciate da ogni treno
che passa verso il Regno del sognàr...
E la stazione è sempre più lontana!
E occhio di muschio è il mio.
Son io la fiaba d'un vecchio viandante
che sogna, e scorre... d'un gran visionario
che la Vita medesma ha per sudario.
Prendi, oh fanciulla! Amòr, un fiòr di guanto
bianco. Su'! in guardia: Vita e Gioventù!
Son come muschio che vive marcendo.
Sono il non- senso
di quest'innavverato màr di Sogni.
Tu! cavaliere rivale ed errante
accogli la disfida d'una rosa...
oh Sogno vergognoso!
E tu, oh Indovino, che dici scrutando
nella pazzia di un'ombra visionaria?
"Carpe Dèüm!"
E colgo il Dio fuggente.
E occhio è di muschio, il mio. È desolato. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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